sabato 29 dicembre 2007

" 'a cap 'e Lavezzi "

Lavezzi erede di Maradona anche nei botti. Pesa fino a quindici chili e costa dai 150 ai 300 euro l'ultima follia pirotecnica di capodanno. I professionisti del botto fuorilegge l'hanno ribattezzata con un nome accattivante ma "la testa di Lavezzi", ultima variante del già micidiale "provolone del monaco", resta un ordigno devastante dal quale è meglio tenersi lontano. La caccia ai fuochi pirotecnici è già partita con la campagna dei carabinieri. Una task force, quella degli artificieri coordinati dal maresciallo Gaetano Bavarese, che fino al 31 dicembre terrà corsi nelle scuole e divulgherà informazioni utili anche per le strade di Napoli, dove l'arma ha predisposto appositi gazebo. Perché la prevenzione è indispensabile, mai come in questi casi. La "testa di Lavezzi" viene venduta illegalmente

domenica 23 dicembre 2007

Napoli-Torino 1-1

ORE 16.58 - Il Napoli chiude il 2008 con un pareggio contro il Torino dell’ex Novellino. Nel primo tempo il Torino, ben messo in campo, non lascia spazi al Napoli, che riesce a creare per questo solo due occasioni gol con Zalayeta e Domizzi. I granata passano in vantaggio al 35’ grazie al gol realizzato da Rosina su di un rigore inesistente assegnato da Trefoloni per un presunto fallo di mano di Domizzi intervenuto in realtà con il piede. Al 42’ la squadra di Novellino resta in 10 uomini per l´espulsione di Grella per doppia ammonizione. Nella ripresa entra Hamsyk al posto di Savini ed il Napoli passa ad una sorta di 4-3-1-2 con Bogliacino dietro Zalayeta e Lavezzi e con Domizzi, che si sposta a fare il terzino sinistro. Al 3’ il Napoli ha l’occasione di raggiungere il pari con un rigore anch’esso pura invenzione dell’arbitro per un atterramento in area di Zalayeta ad opera di Sereni. Dal dischetto fallisce la trasformazione Domizzi che trova sulla sua strada uno strepitoso Sereni. Il Napoli, nonostante gli ingressi di Sosa e Calaiò, non riesce più a pungere un Torino barricato in difesa per mantenere il fortunoso ed immeritato vantaggio. Al 36’ arriva però il pareggio: Hamsyk, servito rasoterra dalla sponda di Sosa, entra in area e di sinsitro insacca alle spalle di Fontana mandando la palla sotto la traversa ed infiammando il San Paolo. Nonostante il forcing finale gli azzurri non riescono però a far il regalo di Natale ai propri tifosi. Clamoroso il palo colpito da Calaiò di testa al 95´.

sabato 22 dicembre 2007

VIDEO

questo bellissimo video e' stato realizzato da PEPPE UN LETTORE DEL BLOG CHE DA OGGI COLLABBORERA' CON ME X FAR SI KE IL BLOG CRESCA MAGGIORMENTE!!! PEPPE 6 GRANDE GRAZIE INFINITAMENTE DA PARTE DI TUTTI

venerdì 21 dicembre 2007

AUGURI

AUGURO A TUTTI I LETTORI DEL BLOG http://LAVEZZIEZEQUIELIVAN.BLOGSPOT.COM UN FELICISSIMO NATALE ,ED UN GRANDISSIMO 2008 PIENO DI FELICITA’ E SODDISFAZIONI !!!! UN AUGURIO SPECIALE AD EZEQUIEL LAVEZZI E ALLA S.S.C.NAPOLI CHE QUESTO SIA L’INIZIO DI UN SOGNO CHE IL 2008 CI PORTI TANTA FORTUNA E SOPRATTUTTO UN POSTO IN COPPA UEFA! RINGRAZIO DI VERO CUORE LE PERSONE CHE VISITANO IL MIO BLOG GIORNALMENTE E CREDONO IN ME ED IN QUESTO PROGETTO DEL BLOG! A TUTTI VOI UN BACIONE ED IMMENSI AUGURI DA CARLO ABBATE

giovedì 20 dicembre 2007

LE FOTO DEL CALENDARIO

NATURALMENTE HO PUBBLICATO SOLO LE FOTO DEL POCHO, QUESTO CALENDARIO LO TROVO MOLTO BELLO POICHE' NON E' IL SOLITO CHE CI FANNO VEDERE FOTO DEI GIOCATORI QUANDO GIOCANO E' STATA UN 'INIZIATIVA MOLTO SIMPATICA. COSA NE PENSATE DEL POCHO MECCANICO? OPPURE APPENA SCESO DA UN AEREO? RAGAZZI UN CONSIGLIO COMPERATEVI IL CALENDARIO COSTA SOLO $9.90

mercoledì 19 dicembre 2007

pocho

martedì 18 dicembre 2007

Arriva il Calendario della SSC Napoli

Il Calendario è un'ulteriore interazione con il nostro pubblico". Aurelio De Laurentiis ha presentato il primo Calendario fotografico ufficiale della SSC Napoli. Un prodotto realizzato al di fuori degli schemi canonici che ritrae la squadra azzurra nelle più belle e caratteristiche location della città, attraverso l'obiettivo del fotografo di moda Diego Santangelo con la supervisione del marketing manager del Calcio Napoli Alessandro Formisano. "E' la nostra prima iniziativa - ha detto il Presidente De Laurentiis - al di fuori dell'attività sportiva. Un'idea nata tra i vari programmi che progettualmente ha stilato la Società. L'abbiamo concepita in poco tempo e sono molto soddisfatto di questo omaggio ai tifosi che rappresenta un altro ponte verso il nostro pubblico. Una ideale interazione tra i protagonisti in campo e i nostri appassionati. Vuole essere un gesto di attenzione e di grande rispetto per l'affetto che i tifosi azzurri quotidianamente ci manifestano. E sono molto soddisfatto del risultato finale". Anche il Direttore Generale Pierpaolo Marino ha espresso la sua felicitazione raccontando l'esperienza 'inedita'. "Ci siamo divertiti molto a scattare queste foto ed è stata una parentesi che ha rappresentato un po' di svago tra le tensioni delle giornate sportive. Per una volta ci è sembrato di essere noi i protagonisti di un film di De Laurentiis. In trenta anni non avevo mai vissuto una situazione del genere e devo dire che è stata un'esperienza bellissima. E' un Calendario realizzato con passione e che sono certo avrà molto successo".

lunedì 10 dicembre 2007

IL POCHO SALTERÀ SIENA-NAPOLI

Ezequiel Lavezzi salterà il prossimo incontro di campionato contro il Siena, in programma domenica 16 dicembre. L'attaccante argentino, diffidato, si è fatto ammonire al 17° del primo tempo per un calcio alla bandierina dopo una incredibile azione personale. Fonte: Napoli2000.com

NAPOLI-PARMA 1-0

Edy Reja si gode il ritorno al successo del Napoli dopo la pesante scoppola di Bergamo. ''Venivamo al San Paolo dopo la sconfitta di Bergamo, avevamo fame di rivincita, di fare una bella prestazione. I ragazzi hanno interpretato la gara molto bene, considerando anche le caratteristiche del Parma, che ha giocatori particolarmente veloci. Siamo rimasti giusti, bloccati in fase difensiva. Loro hanno avuto una possibilità all'inizio con Reginaldo, ma un'occasione nell'arco della partita ci può stare. La squadra ha fatto molto bene, ma raggiunto il vantaggio abbiamo avuto un po' di timore. Psicologicamente non era facile affrontare questa partita''

venerdì 30 novembre 2007

Marino: 'Lavezzi con noi per sempre'

Il nostro progetto prosegue a tappe . Pierpaolo Marino è stato oggi ospite del Corriere dello Sport. Il Direttore Generale del Napoli, ricevuto dal Direttore del prestigioso quotidiano sportivo Alessandro Vocalelli, ha illustrato il progetto del suo Napoli ed ha contestualmente tratto un primo bilancio della stagione in corso. Marino ha risposto alle tantissime mail (oltre 800) che sono giunte per lui dai tifosi azzurri sparsi nel mondo. Tra i contatti di posta elettronica da registrare anche messaggi provenienti dall'Australia. Il Direttore Generale non si è sottratto ad alcun interrogativo e non ha nascosto, sia pur con parsimonia, le ambizioni dal suo Napoli soprattutto in chiave futura. Siamo soddisfatti di quanto stiamo facendo al primo anno di Serie A. Stiamo esprimendo un gioco brillante, a tratti esaltante, ed abbiamo tenuto testa anche ai grandi club in campo. Forse l'unico neo è che ci mancano due o tre punti rispetto a quelli che avremmo meritato in campo ma la classifica è già bella così. Con quei tre punti in più sarebbe stata straordinaria ma va bene così. Anche perchè questa squadra sta dando conferma della bontà del nostro progetto che parte da lontano e che vuole arrivare lontano . Anche davanti a chi gli 'strofina' la lampada di Aladino per il sogno scudetto Marino non si sottrae. E' un obiettivo che tutti desideriamo ma per il raggiungimento del quale ci vuole tempo e lavoro. Per ora non ne parliamo e proseguiamo il nostro percorso tappa dopo tappa . Intanto lo scudetto del calciomercato il Direttore Generale del Napoli lo ha probabilmente già vinto con il colpo Lavezzi. Devo dire - sorride Marino - che evidentemente Lavezzi se lo erano dimenticati in molti, noi di certo no. In Argentina era un uomo di spicco ed uno dei nomi di punta più considerati ed amati. Ora è un nostro patromonio . Quanto varrebbe ora questo patrimonio in chiave mercato? Avrebbe un valore immenso, anzi inestimabile. Nel senso che non lo cederemo mai . A proposito di mercato tra i tanti nomi proposti al Direttore azzurro dai tifosi ci sono anche quelli di due napoletani.. Sì, Pasquale Foggia e Mauro Esposito sono due talenti campani e a me piacciono molto. Mi farebbe piacere vederli a Napoli ma sono cose che non si possono prevedere . Infine una chicca: 'Direttore chi preferisce tra Pelè e Maradona?'. Conoscendo i gusti e la carriera di Pierpaolo Marino è un po' come chiedere all'oste se il vino è buono.. Non c'è dubbio, scelgo Diego. Pelè era un giocatore straordinario, muscolare e dotato di una tecnica sopraffina. Ma Maradona è un'altra cosa. Lui e il pallone formavano un corpo solo .

Lavezzi, il più picchiato del campionato

Anche ieri mattina Ezequiel Lavezzi era in palestra mentre la squadra si allenava sul prato dietro al campo pratica di golf di Castelvolturno. Il fantasista argentino era, ed è ancora, alle prese con una poderosa botta alla gamba da smaltire. Niente di grave, per carità, nulla che possa precludere al giocatore la partita di Bergamo di domenica prossima; si tratta solo della consueta settimana di recupero di un giocatore che in campo viene letteralmente tartassato dai difensori avversari. Per fermarlo, generalmente, non esistono altre alternative, bisogna mandarlo per terra: e i difensori avversari non si fanno scrupoli ad utilizzare le maniera forti. Anche perchè, quando si colpisce Lavezzi, non sempre gli arbitri sono disposti a fischiare. Parlare di malafede sarebbe oltraggioso nei confronti della classe arbitrale, però da quando l’argentino cadde in area durante Napoli-Juve, e si prese un rigore che forse era dubbio, s’è sparsa la voce che Lavezzi è uno che cade troppo facilmente. E siccome i fischietti hanno paura di sbagliare, preferiscono non fischiare: «La vera questione non sono i falli che vengono concessi per gli interventi su Lavezzi - spiega il direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino - il problema sono i falli che lui riceve e che non vengono sanzionati. Ogni tre colpi proibiti che riceve Lavezzi, arriva un fischio. Così per lui è difficile giocare, e per noi è difficile tutelarlo». L’ultimo episodio clamoroso risale alla partita contro il Palermo, in trasferta. Lavezzi non fu solo spedito per terra, ma l’avversario riuscì anche a salire con gli scarpini sulla sua schiena, eppure l’arbitro Rosetti (uno d’esperienza, mica l’ultimo arrivato) non s’accorse nemmeno del fatto, nonostante le proteste del giocatore: «Dopo quella la partita aveva ancora i segni dei tacchetti sulla schiena - dice Marino - ma sarebbe stato inutile portarlo dall’arbitro e farglieli vedere. ormai la partita era finita». Anche domenica scorsa, dopo la vittoria sul Catania, il direttore Marino ebbe qualcosina da dire sulla direzione di Brighi: «Ha diretto bene, ma oramai a Lavezzi fischiano un fallo ogni cinque..», raccontò a fine gara. Proprio nell’ultimo match, probabilmente è stato raggiunto il vero record di fischi negati al giocatore argentino: Brighi ha sanzionato il primo fallo contro l’attaccante azzurro, al minuto numero 75, un quarto d’ora prima della fine della partita. Evidentemente, prima di quel momento, nessuno aveva toccato il Pocho e quando era rovinato per terra, in almeno tre occasioni, era inciampato da solo.. Lui, il Pocho Lavezzi, cerca di stringere i denti e andare avanti. Il Napoli non ha voglia di alimentare la polemica sui fischi arbitrali negati a Lavezzi e cerca di aiutare il ragazzo a recuperare in fretta dalle contusioni della domenica, per consentirgli di tornare in campo alla domenica successiva. In Italia, nonostante i fischi negati, Lavezzi è il giocatore più tartassato del campionato. Sessantuno i falli ufficialmente subiti dall’inizio della stagione, almeno cento quelli realmente ricevuti. Dietro di lui c’è solo Foggia del Cagliari, con 56 falli subiti. Gli altri sono staccatissimi, compresi Del Piero e Kakà: hanno subito rispettivamente 33 e 32 falli, la metà dei colpi inferti a Lavezzi.

giovedì 29 novembre 2007

Lavezzi, un altro tatuaggio: sulla pelle la «N» azzurra

Ha dodici tatuaggi, ben presto aggiungerà il tredicesimo. Lavezzi l’ha già scelto e a farglielo sarà Mario Tramacco di «Tattoo enigma» a San Vitaliano. Sarà lo stemma del Napoli. Ricordando che ha tatuati sul corpo il nome del figlio e l’immagine di Maradona, la «N» del Napoli avrà un suo significato: «Questo club e i suoi tifosi sono entrati nella mia vita».

lunedì 26 novembre 2007

NAPOLI-CATANIA 2-0

Doppietta di Zalayeta, per un Napoli Reja recupera Blasi a far legna in mezzo al campo, mentre Baldini deve rinunciare a Vargas e Terlizzi, squalificati. E' un Catania che comincia forte, stimolata forse dall'inedita maglia arancione (con risvolti blu), in stile Olanda. Pressing, dialoghi ad alta velocità; il Napoli per un quarto d'ora non riesce a prendere le misure ai siciliani. Come un diesel, però, gli azzurri mettono piede nella metà campo avversaria e non si schiodano più, salvo in rare occasioni. Di tiri in porta, in compenso, nessuno, anche perché il Catania alza le sue oneste barricate. Tutto questo fino al 43', quando da una rimessa laterale il pallone giunge a Zalayeta. Il Panteròn con una finta si sbarazza di due difensori e si spalanca la strada per un calcio di rigore in movimento. Piattone di sinistro e Polito battuto. Il modo migliore per chiudere il primo tempo. La risposta di Baldini ad inizio ripresa è Llama. Un rischio, perché uscendo Colucci il centrocampo catanese s'indebolisce. Piatto ricco per Gargano e Hamsik. L'uruguaiano in tal senso è impressionante, con le sue progressioni da giocatore di rugby. Lavezzi, come sempre, è un folletto che negli spazi aperti si esalta; l'impressione a volte è che se volesse mettere la quarta marcia sarebbe ancora più devastante. Sottil e Stovini sul "Pocho" usano spesso le maniere forti, forse per farsi passare i mal di testa. Comunque, è un Napoli che gioca la ripresa sul velluto, e che chiude la partita con un altro super gol di Zalayeta, tra l'altro in procinto di essere sostituito. Uno-due, guarda un po', con Lavezzi, e destro potente rasoterra. Potrebbe addirittura arrotondare, il Napoli, con il Catania ridotto a sacco da pugilato. Ma Polito dice no in almeno tre occasioni.

lunedì 12 novembre 2007

palermo napoli 2-1

Buttata via un'altra occasione. Il Napoli a Palermo paga i suoi troppi errori e anche le mezze prestazioni di quasi mezza squadra. Eppure l'aveva avuta in pugno la partita. In vantaggio, invece, è riuscito a farsi prima raggiungere e poi addirittura superare. Al Palermo è bastata una notte da combattimento per aver ragione degli azzurri e uscire dalla crisi. Parola che il Napoli di certo non conosce, ma certo non è una grande cosa pareggiare in case e prenderle in trasferta. Forse è bene cominciare a preoccuparsi. Eppure la partenza azzurra è niente male. Il disegno di Reja sembra vincente su quello necessariamente più accorto e d'emergenza che mette in campo Colantuono costretto a rinunciare a uomini importanti in quantità. Cinque minuti, infatti, e punge Hamsik. Altri cinque e Fontana fa il fenomeno sul sinistro di Lavezzi, poi è ancora lo slovacco a caricare il destro e stavolta a mangiarsi pure il gol. Venti minuti tutti napoletani, dunque. Venti minuti di possesso del campo e della palla. Poi, però, la partita cambia. Il Palermo si cala meglio nella parte di chi non può deludere la gente e complice pure il centrocampo azzurro quasi quasi si ripiglia la partita. Anzi, fa di più. In due minuti due (19' e 21') mette i brividi agli azzurri. Prima Tedesco (di testa) e poi Brienza (col sinistro), infatti, centrano il palo alla sinistra di Iezzo che avrebbe parecchio da dire ai suoi compagni sulla libertà concessa ai siciliani. È qui che la partita cambia. Nel senso che la reazione, il gioco e la combattività del Palermo riportano la gara in equilibrio. Ma in questo ritorno rosanero c'è pure un bel po' di colpa azzurra. Non che complessivamente il Napoli dispiaccia, ma il problema è che non tutti i giovanotti di Reja danno il meglio di se stessi. Pur giocando un sacco di palloni non è preciso Garics, ad esempio, ma dove il conto non torna è a centrocampo. Qui, infatti, Gargano e Bogliacino fanno poco. E per giunta spesso sopravanzano anche Hamsik pericolosamente. C'è pure dell'altro, però. C'è che Maldonado (all'esordio al posto di Contini infortunato) ha difficoltà a tenere a bada Cavani e ci va duro sino all'ammonizione e c'è che Zalayeta, funzionale nel gioco di Reja a tener palla, poi sottoporta non c'è mai. Mai assiste Lavezzi e mai l'accompagna. Certo, si può dire che ora la partita si infiammi, ma succede solo perché Napoli e Palermo s'allungano imprudentemente e quindi s'offrono entrambe al contropiede. Il gol è quasi nell'aria. E infatti arriva in avvio di secondo tempo. Improvviso l'attacco di Lavezzi, bello il cross e puntuale pure il tuffo uruguaiano di Mariano Bogliacino. Palla in rete. Napoli in vantaggio. Ma la partita non è chiusa. Al contrario s'apre solo adesso. Rabbiosa, infatti, è la reazione del Palermo. E concreta. E redditizia. Tre minuti, infatti, ed è pareggio. Tredici ed è sorpasso addirittura. E in entrambe le occasioni è Giovannino Tedesco a non perdonare Iezzo: prima un gran bel pallonetto, poi un comodo appoggio su mancata uscita del portiere azzurro. Partita e risultato ribaltati, dunque. Il Napoli che s'era illuso si ritrova sotto. Prova a reagire, però. Ma Hamsik (36') è capace di sprecare un'altra occasione d'oro e a poco o nulla servono pure le entrate in campo di quel Calaiò che aveva sperato di giocare un po' di più e di quel Sosa che nelle intenzioni di Reja dovrebbe rendere subito più di Zalayeta e magari riacciuffare il risultato. Troppo tardi. Il Napoli attacca, sì, sino all'ultimo secondo, ma non rimedia più.

martedì 6 novembre 2007

Grinta e gol: il Pocho lascia sempre il segno

Classe, velocità e potenza: Lavezzi è l’incubo delle difese. Decisivo anche con i calabresi Napoli si aggrappa a Lavezzi. Quando l’argentino ha segnato la rete del pareggio sulla Reggina, il San Paolo ha avuto un urlo di liberazione, di entusiasmo: quel ragazzo che si sfilava la maglia e andava a gioire davanti al pubblico, ha restituito serenità a uno stadio sfiduciato. Ezequiel Lavezzi, ventidue anni, continua ad essere l’uomo-simbolo del Napoli. Il giocatore che, da solo, mette in difficoltà gli avversari; l’uomo che, anche quando i compagni soffrono e fanno fatica, è capace di mille guizzi. Ieri pomeriggio, dopo la partita, i compagni uscivano mogi mogi, lui invece ha attraversato il corridoio degli spogliatoi con un sorriso che accompagnava quel suo passo veloce che sembra un samba brasiliano più che un tango argentino. Era felice Lavezzi, ma non ha aperto bocca davanti a microfoni e taccuini perché la società aveva deciso di tenerlo in silenzio. Non gli è scappato nemmeno un «sono felice». Ma l’entusiasmo di essere l’uomo vincente del Napoli che ha rimesso piede in serie A, glielo si leggeva in volto. S’è procurato il rigore che, poi, Calaiò ha sbagliato. E allora s’è rimboccato un’altra volta le maniche, e il gol è andato a farselo da solo. Eppure, ridurre la partita di Lavezzi a due soli episodi, sarebbe un torto grande per il «Pocho». Lavezzi è stato al centro di tutte le azioni pericolose del Napoli, anche ieri contro la Reggina. Ha partecipato ad ogni momento delicato del match. È riuscito a cavalcare ancora una volta, palla al piede, per lunghi metri sul prato del San Paolo, nonostante il trattamento che gli viene riservato, è sempre più duro. Nelle prime partite la sua classe non era bloccata dagli interventi duri degli avversari: poco conosciuto, ha vissuto i centottanta minuti iniziali del campionato italiano, mostrando colpi di classe e qualche magia, poi i difensori si sono accorti di lui e hanno cominciato a colpire duro. Ieri ha preso parte attiva all’azione che ha portato Hamsik solo davanti a Campagnolo nel primo tempo; è andato a mettere in crisi il portiere avversario dopo ventidue minuti della ripresa, con un tiro che è stato parato a fatica dall’avversario; poi s’è andato a prendere un sacrosanto rigore alla mezz’ora e alla fine ha anche segnato. In mezzo a queste vampate ci sono stati mille tocchi da campione; chilometri di corsa per liberarsi dagli avversari; tantissima pressione messa sulle spalle della difesa avversaria: perché, a un difensore, basta vederlo avvicinarsi all’area per entrare in crisi. Dopo la poderosa campagna mediatica seguita al dopo-Juve, s’è ritrovato appiccicata addosso anche l’etichetta del cascatore, lui che viene costantemente tartassato dagli avversari. Mercoledì notte a Firenze, ogni volta che subiva un fallo, veniva fischiato dal pubblico avversario, accusato di essere uno che finge. Lui non se l’è presa. Sa che questa etichetta se la porterà addosso per un bel po’ ma continua ad essere lo stesso giocatore di sempre. Quando arrivò in Italia, si disse che era bravo ma non aveva feeling con il gol. Per adesso di reti ne ha già segnate tre. L’anno passato ne fece 7 in tutta la stagione con il San Lorenzo. Evidentemente sta crescendo: il ragazzo bravo in attacco, ha anche scoperto di avere un buon rapporto con la rete.

Il mio Lavezzi, che tesoro

La premessa è doverosa: Ezequiel Lavezzi è sempre più l'idolo di Napoli, certo, ma è un mistero anche per i compagni, vista la sua riservatezza: un ragazzo vivace e divertente, sì, ma per nulla divo o personaggio. La sua allergia nei confronti dei media si è acuita dopo quel problemino nel traffico napoletano, una storia che ha segnato tanto lui quanto la sua famiglia. Un vero e proprio clan, blindato e protetto. Impenetrabile. Anche la signora Debora, la donna che l'argentino conosce sin dall'età di 14 anni, è ligia alla regola del o comment Eppure domenica al San Paolo attendeva l'uscita di Ezequiel dal salottino antidoping, la senora Lavezzi ha rilasciato qualche dichiarazione. Inconsapevole: ono felice del gol alla Reggina, certo. Pocho me l'aveva anticipato sabato sera: mi ha telefonato dal ritiro e mi ha detto che avrebbe segnato alla Reggina. Che avrebbe fatto il primo gol al San Paolo Lo chiama Pocho anche lei, lo chiamano tutti così: un vezzeggiativo, un soprannome che in italiano potrebbe essere tradotto come iccolino Lavezzi dopo il trasferimento a Baires, ha prima conosciuto il Boca Juniors, poi l'Estudiantes e infine il San Lorenzo, squadra del quartiere di Almagro. Fu l'Estudiantes a scommettere su di lui, ed è qui che ha scritto un record: Ezequiel è stato il primo giocatore ad essere convocato in Nazionale pur giocando in serie B. Il pallone nel sangue, insomma. Come il piccolo Tomas: nche lui ama già il calcio. Gioca, gioca dice Debora. Intorno, le famiglie di Zalayeta, Sosa, Gargano e Bogliacino: il Pocho frequenta esclusivamente loro. Cene in casa e rare apparizioni nei ristoranti per degustare pesce e pizza ............................................................................................................................................................................................................................................................... EZEQUIEL LAVEZZI: La paura dichiarata di Ulivieri per il Pocho, espressa prima della gara, fa capire come il suo nome stia oramai cominciando a circolare sulla bocca di tanti in Italia, e persino in Europa. E nel frattempo gongola Marino, che si è portato a casa un gioiello così per una cifra modica, tutto sommato. Anche quando non è in una di quelle giornate strepitose, questo ragazzo non sta mai fermo a guardarsi la partita, ma si dimena, corre si propone, e insiste, finche dai suoi piedi non arriva una di quelle giocate capaci di risolvere la partita. Due, per la precisione, domenica. La prima evidenzia come il suo scatto sia devastante, alla prima occasione nella quale il fulmine argentino ha avuto la possibilità di sgroppare verso l’area avversaria: fuori un avversario con una finta, e non appena ha un po’ di campo davanti, irresistibile slalom fino all’abbattimento da parte di Aronica in piena area di rigore. Un concentrato di tecnica e potenza da alta scuola. La seconda occasione è forse meno spettacolare, ma intanto è quella che permette al Napoli di raddrizzare il match, ovvero quella rasoiata precisa con la quale il Pocho finalmente riesce a battere Campagnolo. Prima rete in campionato al San Paolo, da centravanti puro, e terza rete totale in undici partite. Per uno al primo anno in Italia, che diceva di non vedere troppo la porta…davvero non male. Semplicemente fulmine .......................................................................................................................................................................... LAVEZZI - «IL GOL LO DEDICO A NAPOLI» disperazione per tre­centosessanta minuti, dal Cagliari al­la Juve; e, in mezzo, l’emarginazione nei novanta minuti da spettatore ac­ciaccato con il Livorno; la perseve­ranza, infine, in quegli altri novanta da attore non ancora protagonista con la Reggina: cosa non si fa per campa­re! L’ennesimo pomeriggio a sfanga­re per gli altri, a creare nell’attesa della dissipazione più assoluta, a pro­durre assist, ad emulare Ronaldo mentre Aronica a travestirsi da Iulia­no di una Juve- Inter incancellabile: che fatica! Un assolo da campo a campo, una se­rie infinita di cross, gli allunghi di sempre, il lo­co e anche il pocho di Napoli: però! Finita pure stavolta, finita senza riu­scire a graffiare, senza aver la possibilità di sfa­tare uno stadio amico, certo, però anche tabù: finita per davvero, con la Reggina in vantaggio e con la terza sconfitta in­terna impacchettata. Gli ultimi granelli di sabbia nella clessidra, l’ultimo squarcio di lucidità, le gambe un po’ pesanti pe­rò ancora potenti, un pallone che dan­za nell’area e nell’aria, che piove dal cielo, che induce ad andargli incon­tro: è così che si fa per campare! Quattrocentocinquanta minuti do­po, ecco a voi Ezequiel Lavezzi, ecco­lo felice come non l’avete mai visto, straripante e senza maglietta più ad­dosso, scatenato e senza ormai più guardie del corpo da eludere ma tifo­si da abbracciare, idealmente uno ad uno, dopo essere riuscito a rimuovere la maledizione che pareva averlo col­pito in quello stadio da omaggiare: 1­1 alla Reggina, con una rasoiata che squarcia le nubi addensatesi su Fuo­rigrotta e scatena la Piedigrotta del calcio. «Dedicato a Napoli». L’anno­tazione di Udine, l’annotazione del­l’Olimpico di Roma, l’annotazione nel chiuso dello spogliatoio agli amici di sempre, di questi quattro mesi napo­letani che se lo coccolano e se lo godo­no, che ringraziano il Cielo per aver­lo dalla propria parte, che restano ag­grappati sempre alla speranza perché finché c’è il loco c’è di che sperare. Il primo gol casalingo del pocho nel San Paolo ormai fracassato, rassegnato al­la sconfitta, spappolato dalla delusio­ne, è una miscela esplosiva allo stato puro, è un corrosivo dell’anima, è una scossa d’adrenalina per una città che s’è adottato l’ennesimo argentino e ne ha sistemato l’immagi­netta sul comodino. La prima rete di Ezequiel Lavezzi è il premio per l’ennesimo pomeriggio da luna park, consumato a trascinarne quaranta­mila su e giù per le mon­tagne russe, speso a cor­rere da campo a campo sentendo sul collo il fiato degli avversari e l’ohhhh di stupore d’una folla or­mai irrimediabilmente ai suoi piedi, anzi ag­grappata alla sua chioma fluente, ubriacata dai suoi dribbling, deliziata dai suoi palleggi, dalla sua danza lieve, un tango seducente. Il Lavezzi-gol è un’esercitazione mai vista prima d’ora al san Paolo e il fa­to lo sistema al novantesimo, trasfor­mando un thriller in un romanzo po­polare che odora di Buenos Aires e Napoli, che intreccia profumi già an­nusati, che non mischia il sacro con il profano, lasciando che il miracolo av­venga attraverso un destro ciclonico e non un sinistro ineguagliabile. Il La­vezzi che s’impadronisce tout cort di Napoli è uno scugnizzo dai modi ac­cattivanti che fa vibrare e vibra quan­do l’urlo disumano del San Paolo l’in­corona ufficialmente: il nuovo re s’è presentato................................................................................................................................................................ Tre gol in serie A e tre in Coppa Italia Ezequiel Lavezzi ha segnato domenica, contro la Reggina, in piena zona Cesarini, il suo terzo gol in serie A. L'argentino era andato a rete nel 5-0 di Udine e nel 4-4 contro la Roma. Domenica la sua prima rete al San Paolo. Lavezzi è uno dei ventidue argentini nella storia del Napoli. Con 3 gol ha affiancato Ramon Diaz. Prossimo obiettivo le 4 reti in azzurro di Giorgio Humberto Rosa, argentino del Napoli 1962-64. I primi tre posti della classifica dei bomber argentini del Napoli sono occupati da Maradona (81 gol), Pesaola (27) e Sosa (25). Ecco i numeri del 2007/08 di Ezequeil Lavezzi: presenze: 12 (10 in serie A e 2 in Coppa Italia) minuti in campo: 1.050 (881 in serie A e 169 in Coppa Italia) partite intere: 6 (5 in serie A e 1 in Coppa Italia) sostituzioni avute: 5 (in serie A) sostituzioni fatte: 1 (in Coppa Italia) ammonizioni: 2 (in serie A) gol: 6 (3 in serie A e 3 in Coppa Italia) Ha segnato finora 6 gol in 1.050 minuti: una rete ogni 175'

lunedì 5 novembre 2007

POCHO: PRIMA GIOIA AL SAN PAOLO IN CAMPIONATO

a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi76iOcfxOZVf4CwrxYfwLUnmyv-o2yobZseODykKWAGaxAPM9wQHLZuW0azUDT4eCbeqaSSJTL2gX0aP47YNBBt8s6WVyo6IT21j0sHOyosMAxLMQrDMDBLUv9bGKd2zStl5KiRS63XXlc/s1600-h/th_446%5B1%5D.jpg"> Giornata per il Napoli, quella undicesima, dal sapore agrodolce: un punto contro una squadra non di certo di primissimo livello, ma un punto meno amaro perchè arrivato a speranze oramai perdute. Un rigore sbagliato, e un calciatore come Calaiò ancora a secco, anche se in suo favore giocano i non tantissimi minuti giocati. Una bella notizia invece, è la prima marcatura personale del Pocho Lavezzi in campionato, sul prato del San Paolo. Ci sono volute undici gare, per l'attaccante agentino, ma finalmente, dopo le prodezze di Udine e Roma, e la trpletta al San Paolo, ma in Coppa Italia contro il Pisa, quest'oggi al minuto '89 è arrivata la prima soddisfazione in massima serie davanti al suo pubblico.

domenica 4 novembre 2007

Napoli-Reggina 1-1

Napoli - L'urlo del Pocho. Ezequiel Lavezzi al novantesimo libera il San Paolo dall'incubo. Il Napoli pareggia 1-1 una partita da "Ogni maledetta domenica" di quelle che 'la palla non vuole entrare', che non basta neppre un rigore, che non c'è verso di vedere il sole. Ed invece la luce arriva poco prima delle 5 del pomeriggio: il Pocho strappa pagine di letteratura vudù e appendici di stregonerie. Azzurri come Ercolino sempre in piedi si riprendono il minimo sindacale del merito di una partita condotta all'assalto praticamente sempre. Un punto che non si conta sulle dita ma sul cuore. Napoli che deve trovare la chiave per aprire la cintura reggina. Ulivieri predispone una comprensibile trincea con in aggiunta l'islandese Hallfredsson che blocca a uomo Gargano. Insomma c'è da scardinare. Il Napoli si vede subito al 16': triangolazione veloce Lavezzi-Zalayeta-Hamsik, tiro potente dello slovacco, alto. Al 18' Bogliacino invita ancora Hamsik all'acchito: sinistro pronto e stavolta Campagnolo salva coi piedi. Al 26' punizione di Domizzi, centrale. Al 27' gran progressione di Grava che entra in area da destra, tiro cross teso, Domizzi e Zalayeta in spaccata non ci arrivano di un nulla. Al 30' ancora Grava, taglio per Bogliacino che si getta sul pallone ma non trova l'impatto. Al 39' si vede per la prima volta la Reggina: incursione di Modesto, cross teso e Iezzo è pronto all'uscita. Primo tempo: 0-0. Nel secondo c'è il colpo: al 9' Vigiani devia in porta un cross da calcio d'angolo, 1-0 per la Reggina. La salita è ancora più ripida. Reja manda dentro Sosa e poi Calaiò. Si contano i minuti, le occasioni, brividi. Prima la testa di Bogliacino, Campagnolo salta come un gatto a deviare. Poi Lavezzi da lontano al 67'. Finchè il Pocho non decide di fare da solo: progressione da urlo, irresistibile, palla al piede per 20 metri, e prima di arrivare in porta Aronica lo stende. Rigore. Va a tirarlo Calaiò. Campagnolo intuisce l'angolo e devia. Non vuole entrare. Fino al lampo di Lavezzi. Il Pocho al novantesimo si curva e scaraventa in porta un destro rabbioso: 1-1. L'urlo di Ezequiel il lupo e la liberazione del San Paolo. Un punto che non si conta sulle dita ma sul cuore.

martedì 30 ottobre 2007

AUGURI DIEGO!!!

Oggi è il compleanno di Maradona. Diego compie 47 anni. Auguri da tutta la S.S.C. Napoli. Diego Maradona è nato, infatti, a Lanus il 30 ottobre del 1960. E’ l'unico giocatore della storia del Napoli ad aver vinto la classifica cannonieri di serie A. Con 15 gol si è imposto nel 1987/88. L'asso argentino è salito sul podio altre due volte finendo terzo sia nel 1984/85 (14 gol) che nel 1989/90 (16). 5 - A Napoli ha vinto due scudetti ('87 e '90), la Coppa Uefa del 1989, la Coppa Italia del 1987 e la SuperCoppa Italiana del '91. Prima del suo arrivo il Napoli aveva vinto soltanto due Coppe Italia, una Coppa delle Alpi ed una Coppa di Lega Italo-Inglese. 115 - Con 115 reti è il bomber più prolifico della storia del Napoli. Maradona ha segnato 81 volte in campionato, 29 in Coppa Italia e 5 nelle Coppe Europee. Al secondo posto c'è un altro mito del calcio napoletano, Attila Sallustro, che si fermò a quota 107 segnando molto di più di Diego in campionato (104), ma molto meno nelle coppe. Terzo è Vojak a 103. Sotto quota 100 troviamo Altafini (97), Careca (94) e, sesto, Beppe Savoldi che, con 77 gol azzurri, è il primo italiano in classifica. 75 i suoi gol al San Paolo e 40 in trasferta. 53 nei primi tempi e 62 nelle riprese. 16 - Le sue doppiette. Ne ha firmate 12 delle 280 segnate in campionato dal Napoli. Hanno fatto meglio soltanto Vojak (23 doppiette) e Vinicio (13). Una la tripletta, alla Lazio, nel 4-0 del 24 febbraio 1985. Con i suoi 39 gol su rigore è l'azzurro che ha trasformato più penalty staccando abbondantemente Savoldi (21) e Vojak (16). 9 - Ha segnato 9 gol all'Udinese, la sua vittima preferita: 8 in campionato (con tre doppiette) ed una in Coppa Italia. Alle spalle dei friulani troviamo a quota 7 il Milan, la Fiorentina e la Sampdoria alla quale Diego ha segnato, sempre su rigore, il suo primo ed il suo ultimo gol in campionato. Il primo in assoluto è stato, invece, quello su punizione nel 4-1 all'Arezzo, in Coppa Italia, del 22 agosto 1984. 258 - Tante sono le presenze ufficiali con la maglia del Napoli: 188 in serie A, 45 in Coppa Italia e 25 tra Coppa Uefa, Coppa dei Campioni e SuperCoppa Italiana. E' il decimo azzurro di sempre. 231 partite intere, 16 volte è stato sostituito da un compagno e 9 volte è subentrato dalla panchina a partita iniziata. 22594 - I minuti in campo con la maglia del Napoli. Maradona è stato espulso in due occasioni: dal romano Ciulli il 18 novembre 1984, in Ascoli-Napoli 1-1, e dal maceratese Mattei il 24 novembre 1985, in Napoli-Udinese 1-1. - L'esordio ufficiale in maglia azzurra risale al 22 agosto del 1984: al San Paolo, in Coppa Italia, il 4-1 all'Arezzo con, al 20', una punizione-gol a sbloccare il risultato. - L'esordio in A il 16 settembre in Verona-Napoli 3-1. Il primo gol il 23 settembre, su rigore, contro la Samp (1-1). La sua prima rete su azione il 7 ottobre al Como (3-0). - La sua ultima partita in maglia azzurra il 24 marzo '91: il Napoli perse 4-1 a Marassi dalla Samp con un rigore di Diego. Contro i blucerchiati, e sempre su rigore, dunque, la prima e l'ultima delle sue 81 reti in campionato. Un breve riassunto della sua vita 30/10/1960: Diego Armando Maradona nasce a Lanús, nella periferia di Buenos Aires. E' il quinto degli otto figli di Diego Maradona e Dalma Salvadora Franco. 5/12/1970: Inizia a giocare nelle Cebollitas, la squadra giovanile dell'Argentinos Juniors. 20/10/1976: Gioca la prima partita nella Serie A argentina con la maglia dell’Argentinos Juniors contro il Talleres de Córdoba, dieci giorni prima del suo sedicesimo compleanno, entrando all'inizio del secondo tempo con la maglietta numero 16 al posto di Giacobetti. 14/11/1976: Segna il suo primo gol, contro Lucangioli, portiere del San Lorenzo di Mar del Plata. 27/02/1977: Debutta con la maglia della nazionale argentina contro l'Ungheria. Maggio 1978: L'allenatore della nazionale Cesar Menotti non lo convoca per il mondiale del 1978 ritenendolo troppo giovane. 2/6/1979: Segna il suo primo gol in nazionale, a Glasgow contro la Scozia. 7/9/1979: Guida l'Argentina alla vittoria della Coppa del Mondo giovanile in Giappone segnando anche un gol su calcio di punizione nella finale vinta 3-1 contro l'Unione Sovietica. 19/2/1981: Si trasferisce al Boca Juniors. 22/2/1981: Debutta nel Boca vincendo 4-1 contro il Talleres de Córdoba e segnando due reti. 16/8/1981: Vince il campionato con il Boca Juniors. 4/6/1982: Firma per il Barcellona. 24/9/1983: Subisce l'infortunio piú grave della sua carriera quando Andoni Goicoechea, difensore dell'Athletic Bilbao, gli frattura la caviglia sinistra e gli rompe il legamento. 30/6/1984: Firma per il Napoli. 5/7/1984: Presentazione ai tifosi del Napoli in una festa indimenticabile. 22-29/6/1986: Segna prima il celebre gol con la “Mano di Dio” e poi realizza un gol meraviglioso nella vittoria per 2-1 contro l'Inghilterra nei quarti del mondiale. Guida praticamente da solo l'Argentina fino al trionfo contro la Germania Ovest per 3-2 nella finale. 10/5/1987: Guida il Napoli alla vittoria del primo scudetto. 17/5/1989: Vince la Coppa UEFA col Napoli, che ottiene la prima vittoria in una competizione europea. Agosto-Settembre 1989:Trascorre due mesi in Argentina, tornando in Italia solo dopo l'inizio del campionato. 29/4/1990: Vince il secondo scudetto col Napoli. 8/7/1990: Porta l'Argentina alla finale del mondiale a Roma, partita persa per 1-0 con la Germania Ovest a causa di un calcio di rigore molto dubbio. 17/3/1991: Viene trovato positivo a un controllo antidoping e viene squalificato per 15 mesi dai campi di calcio. 1992: Rifiuta di tornare al Napoli dopo la squalifica e chiede un trasferimento. Viene ingaggiato dal Siviglia. 4/10/1992: Debutta con la maglia del Siviglia, perdendo 2-1 contro l'Athletic Bilbao. 10/10/1993: Lascia il Siviglia per il Newell’s Old Boys in Argentina. Perde la prima partita per 3-1 contro l'Independiente. 31/10/1993: Ritorna a giocare in nazionale a Sydney contro l'Australia per gli spareggi di qualificazione al mondiale USA 1994. Pareggia 1-1 e il gol argentino è propiziato da una grande giocata di Diego. 17/11/1993: L'Argentina con Maradona come capitano batte 1-0 l'Australia e si qualifica per il mondiale. 2/12/1993: Gioca la sua ultima partita con il Newell's contro l'Huracán. Giugno 1994: Gioca due partite con la nazionale argentina nel mondiale americano segnando anche un gran gol contro la Grecia, prima di essere squalificato per uso di efedrina, sostanza non consentita dalla FIFA. 3/10/1994: Prima esperienza da allenatore: viene ingaggiato dal Deportivo Mandiyú di Corrientes. Due mesi dopo rinuncerá all'incarico. 6/5/1995: Seconda esperienza da allenatore: viene ingaggiato dal Racing. Quattro mesi dopo dará le dimissioni. 7/10/1995: Ritorna a giocare nel Boca Juniors nella partita Boca-Colón 1-0. I tifosi del Boca gli preparano un'accoglienza indimenticabile nello stadio della "Bombonera". 1996: Continua a giocare per il Boca Juniors. 24/8/1997: Ritorna in gran forma a giocare per il Boca Juniors, segnando nella partita vinta 4-2 contro l'Argentinos Juniors. Viene di nuovo trovato positivo, nonostante ci siano dei sospetti su un possibile complotto. 25/10/1997: Gioca la sua ultima partita col Boca, vincendo 1-2 in casa del River Plate. 30/10/1997: Decide di ritirarsi dal calcio proprio il 30 ottobre, giorno del suo 37esimo compleanno. 1998: Non gioca la coppa del mondo, ma va in Francia per commentare le partite per una televisione argentina. Novembre 1998: Torna per la prima volta in Italia dopo oltre sette anni. Premi ottenuti da Maradona nella sua carriera * 1978: Capocannoniere del Campionato Metropolitano. * 1979: Capocannoniere del Campionato Metropolitano. * 1979: Capocannoniere del Campionato Nazionale. * 1979: Campione del Mondo juniores con la nazionale argentina. * 1979: "Olimpia de Oro" al Miglior calciatore argentino dell'anno. * 1979: Scelto dalla FIFA come Miglior Calciatore dell'anno in Sudamerica. * 1979: Ottiene il Pallone d'Oro come Miglior Calciatore del momento. * 1980: Capocannoniere del Campionato Metropolitano. * 1980: Capocannoniere del Campionato Nazionale. * 1980: Scelto dalla FIFA come Miglior Calciatore dell'anno in Sudamerica. * 1981: Capocannoniere del Campionato Nazionale. * 1981: Riceve il Trofeo Gandulla come Miglior Calciatore dell'anno. * 1981: Campione di Argentina con il Boca Juniors. * 1983: Vince la Coppa del Re con il Barcellona. * 1985: Viene nominato ambasciatore dell'UNICEF. * 1986: Campione del Mondo con la nazionale argentina. * 1986: Vince il secondo "Olimpia de Oro" al miglior calciatore argentino dell'anno. * 1986: E' dichiarato "Cittadino Illustre" della Città di Buenos Aires. * 1986: Ottiene la Scarpa d'Oro consegnata dalla Adidas al miglior calciatore dell'anno. * 1986: Ottiene la Penna d'Oro come miglior calciatore in Europa. * 1987: Campione d'Italia con il Napoli. * 1987: Vince la Coppa Italia con il Napoli. * 1988: Capocannoniere della Serie A con il Napoli. * 1989: Vince la Coppa UEFA con il Napoli. * 1990: Campione d'Italia con il Napoli. * 1990: Ottiene il Premio Konex di Brillante per la sua abilità sportiva. * 1990: Secondo posto nella Coppa del Mondo. * 1990: Nominato Ambasciatore dello Sport dal Presidente dell'Argentina. * 1990: Vince la Supercoppa Italiana con il Napoli. * 1993: Premiato come Miglior Calciatore Argentino di tutti i tempi. * 1993: Vince la Coppa Artemio Franchi con la nazionale argentina. * 1995: Ottiene il Pallone d'Oro alla carriera. * 1995: Premiato come "Maestro Ispiratore di Sogni" dall'Università di Oxford. * 1999: "Olimpia de Platino" al Miglior Calciatore del secolo. * 1999: Riceve dalla AFA il premio come miglior sportivo del secolo in Argentina. * 1999: Il suo slalom del 1986 contro l'Inghilterra è scelto come miglior gol della storia del calcio. * 2000: Viene eletto "Calciatore del Secolo" dalla FIFA, durante una serata di gala a Roma. I numeri del numero 10 - Argentinos Juniors (76/80). 166 partite (116 gol). - Boca Juniors (81, 95/97). 71 partite (35 gol). - Barcellona (82/83). 58 partite (38 gol). - Napoli (84/91). 258 partite (115 gol). - Siviglia (92/93). 29 partite (7 gol). - Newell's Old Boys (93). 5 partite. - Nazionale Giovanile (77/79). 23 partite (11 gol). - Nazionale Maggiore (77/94). 91 partite (34 gol). Titoli vinti: 10 - Campionato del Mondo giovanile 1979 (Argentina) - Campionato Metropolitano 1981 (Boca Juniors) - Copa del Rey 1983 (Barcellona) - Coppa del Mondo 1986 (Argentina) - Scudetto 1986/87 (Napoli) - Coppa Italia 1987 (Napoli) - Coppa UEFA 1989 (Napoli) - Scudetto 1989/90 (Napoli) - Supercoppa Italiana 1990 (Napoli) - Coppa Artemio Franchi 1993 (Argentina) Agli auguri della SSC Napoli si aggiungono quelli di tutta la redazione di Napoli2000.com. e lavezziezequielivan.blogspot AUGURI DIEGO, IL "MAS" GRANDE. LO SEI STATO, LO SEI, LO SARAI PER SEMPRE.

lunedì 29 ottobre 2007

Il Napoli come ai bei tempi: la Juve ko

Botta e risposta tra Del Piero e Gargano, poi Domizzi trasforma due rigori concessi tra le proteste Notte azzurra. Notte napoletana. La Juve s'inchina e se ne va. Quattro gol alla Roma e tre ai bianconeri. Questo sì che è divertimento. Il Napoli corre in campo e sogna. La classifica sorride e il San Paolo torna quello dei vecchi tempi. Spettacolo di folla e di pallone, insomma. Il Napoli non aspetta. Non ha paura della Juve. Cerca il possesso della palla, prova ad accelerare, a ribaltare in fretta la manovra. Attacca i bianconeri, insomma, ma nonostante la buona volontà e la frenesia - pure eccessiva in verità - delle sue giocate non la spunta. Non la spunta pure perché dall’altra parte Ranieri ha dato ordine ai suoi di non lasciare spazi. Per l’occasione, anzi, la Juventus s’affida ad un disegno tattico in eterno movimento. La novità è Palladino più centrale, alle spalle delle punte, ma quel che più dà pensiero ai napoletani è l'andirivieni della Juve sulle fasce. Là dove Chiellini e Salihamidzic non stanno fermi mai un momento. E così il match raramente si concede all’emozione. Di spettacolo, poi, manco a parlarne. Però è una partita alla pari quella che il Napoli si gioca. Non c’è ombra di paura o soggezione negli azzurri. La Juve se ne accorge e non si scopre. Ovvio, quindi, che schiodare il risultato dallo zero a zero abbia il senso dell'impresa. Complicata per la Juve che al tiro ci arriva solo un paio di volte da lontano (Almiron e Trezeguet) e ancor più per il Napoli che al di là di un tocco di Domizzi in avvio di gara poi scompare dalla vista di Buffon. Anche perché il Napoli ha un problema che si chiama Zalayeta. Torna e si ferma l'ex bianconero, cosicché un po’ per scelta e molto per errore Lavezzi finisce col fare la prima punta. Cosa, questa, che gli toglie molto del suo bel repertorio. Brutto primo tempo, insomma. Ma si sa, è l’imprevedibilità il bello del pallone. E infatti, manco il tempo di ricominciare che Napoli-Juve diventa un’altra gara. Un altro match. Trenta secondi appena, il Napoli ancora a caccia delle posizioni e la Juve ne approfitta. La combinazione è Palladino-Trezeguet, il colpo mortale è del solito Del Piero, troppo solo e troppo bravo per poter sbagliare. Iezzo ci sta pure sul pallone, ma non ci mette i pugni e non si salva. È la legge di Del Piero che colpisce anche stavolta. Ma per poco. Il Napoli, infatti, non ha dimenticato la notte romana. E riparte. Non s’abbatte. Non s’arrende. Al secondo minuto è Zalayeta che alza al di là della traversa, al terzo è invece Gargano a fare la prodezza. Zalayeta-Lavezzi-Hamsik e palla al trottolino che prende spazio, sfugge a tre avversari e piazza un sinistro incrociato che fa fuori il miglior portiere che c'è al mondo. Torna così l'urlo dei sessantamila. Torna così anche l’entusiasmo e perché no, adesso pure la speranza. Detto fatto. Complice Bergonzi, il Napoli va sopra. Lavezzi fa la fionda in area di rigore, Chiellini lo sfiora e lui va giù. Per l'arbitro è rigore. Non è così, ma lo stesso la palla va sul dischetto: vincente il sinistro di Domizzi. Napoli in vantaggio e San Paolo che scoppia di passione. E non è finita. Finalmente (25') parte pure Zalayeta e Buffon lo contrasta. Rigore un'altra volta per Bergonzi. Anche questo molto dubbio. E Domizzi si ripete. Per gli azzurri è l'apoteosi. C’è spazio per uno spicchio di partita anche per Calaiò e Sosa, che prendono il posto rispettivamente di Lavezzi e Zalayeta. Juve battuta. Come ai vecchi tempi.

sabato 27 ottobre 2007

Una nuova dieta per Lavezzi

Il Napoli sta provando a far diventare ancora più veloce il suo rapidissimo attaccante argentino, in leggero sovrappeso Una nuova dieta per Lavezzi "Imprendibile se perde due chili" Il giudizio di Reja: "Sarebbe perfetto" In estate il giocatore pesava 5 kg in più "Ma questo è da sempre il mio stato di forma". E i giornali del suo Paese lo esaltano Più veloce del fulmine, un´impresa quasi impossibile. O quasi. Il Napoli vuole provarci, ci sta provando con il suo fulmine: Lavezzi è già una scheggia, mettergli il turbo vorrebbe dire renderlo praticamente inarrestabile. «Se perdesse un paio di chili, sarebbe perfetto», aveva osservato Reja sabato scorso, dopo 90 minuti da favola dell´argentino a Roma. Due chili in meno per volare, un obiettivo che lo staff sanitario del Napoli ritiene alla portata del giocatore, il cui peso forma, secondo gli almanacchi, si aggira sui 75 chili. Del Piero, alto 173 centimetri come Lavezzi, ne pesa 73. Basterebbero piccole modifiche al regime alimentare, nulla di insopportabile: un po´ d´ordine in più, una dieta più vicina agli standard mediterranei che a quelli sudamericani, ai quali il 22enne argentino è abituato. La scorsa estate, appena arrivato in Italia, il sovrappeso era evidente: almeno cinque i chili da smaltire, inevitabili i disagi iniziali per l´attaccante. Il ritiro precampionato e la prima fase della Coppa Italia sono stati sufficienti per rientrare in condizione, oggi i 5 chili in più sono spariti e Lavezzi ha ripreso a correre come un forsennato, come possono raccontare, loro malgrado, i difensori di Pisa e Udinese, prime vittime della sua velocità. A quel punto, però, a Reja e ai suoi collaboratori è venuta la tentazione di scoprire le potenzialità non ancora sfruttate del Pocho: e quei due chili sono rimasti l´ultimo ostacolo. La difficoltà principale, al momento, è convincere il diretto interessato a compiere un ultimo sforzo. «Questo è sempre stato il mio peso, sto bene così», continua a ripetere Lavezzi, che si sente già al top della condizione. I risultati, in effetti, non gli danno torto: 2 gol nelle prime 8 giornate, complimenti da compagni e avversari, un nome che è già uno spauracchio per le difese italiane. Eppure, potrebbe andare ancora meglio ed è quello che i collaboratori di Reja stanno spiegando al giocatore in questi giorni. Anche Sosa, che gli sta facendo un po´ da chioccia in questi primi mesi a Napoli, gli ha suggerito di "asciugarsi" ancora un po´, senza dover necessariamente sottoporsi a grandi sacrifici. Piccoli ritocchi all´alimentazione, il minimo indispensabile per ottenere però effetti immediati, come è accaduto per esempio a Cassano al suo ritorno da Madrid. Lavezzi, però, si piace così com´è. Piace così alla moglie Debora e al piccolo Tomas, dai quali si rifugia appena terminati gli allenamenti. E piace ancora anche nel suo paese: «Lavezzi, pilastro del titolo vinto dal San Lorenzo, non si immaginava di arrivare a giocare così presto all´Olimpico, e ancor meno di farlo con tanto successo», scrive il quotidiano El Clarìn dopo il pareggio di sabato; «Lavezzi fu rifiutato per la sua nazionalità quando fu offerto alla Roma: "Non è male, ma è argentino: noi preferiamo i brasiliani", avrebbero risposto i dirigenti giallorossi», è invece la ricostruzione di una presunta trattativa raccontata da La Nacion. Insomma, le imprese del Pocho (lo stesso soprannome che si portava dietro Juan Domingo Peron), fanno ancora notizia. E su di lui saranno accesi i riflettori domani sera, per la sfida con la Juve: il fulmine è pronto a far parlare ancora di sé.

domenica 21 ottobre 2007

Show di gol all'Olimpico

All'incontro sono stati ammessi i soli 27mila abbonati giallorossi per le restrizioni ordinate dalla prefettura della capitale a causa del timore di incidenti tra opposte tifoserie. Una girandola di gol: Lavezzi, Hamsyk, Gargano e Zalayeta a segno per i partenopei; Totti, Perrotta, De Rossi e Pizarro per i padroni di casa Roma, 20 ottobre 2007 - Roma e Napoli hanno pareggiato 4-4 allo stadio Olimpico di Roma nell'anticipo pomeridiano dell'ottava giornata del campionato di Serie A. All'incontro sono stati ammessi i soli 27mila abbonati della Roma per le restrizioni ordinate dalla prefettura della capitale a causa del timore di incidenti tra opposte tifoserie. Il Napoli è passato in vantaggio al 2' con Ezequiel Lavezzi, quindi la Roma ha agguantato il pareggio al 30', con un rigore messo a segno da Francesco Totti. Undici minuti più tardi (41') giallorossi di nuovo in vantaggio con Simone Perrotta. Il pareggio della formazione partenopea è arrivato al 1' del secondo tempo con Marek Hamsyk. La Roma è quindi passata di nuovo in vantaggio al 52' con Daniele De Rossi, ma un destro da fuori area di Walter Gargano ha riporta il punteggio in parità. Ancora Roma in gol all'80' con una punizione calciata da Pizarro e deviata da Garics, quindi per il 4-4 definitivo è andato a segno con un colpo di testa Marcelo Zalayeta all'84'. La Roma è seconda in classifica con 15 punti. Il Napoli sale invece a quota 11 agganciando al sesto posto Palermo e Udinese. TABELLINO Roma (4-2-3-1): Curci 5; Cicinho 6 (15' st Cassetti 6), Ferrari 5, Mexes 5,5, Tonetto 5,5; De Rossi 6,5, Pizarro 6,5; Giuly 5 (46' st Panucci sv), Perrotta 6,5, Mancini 5 (20' st Vucinic 6); Totti 6,5. A disp. Julio Sergio, Juan, Brighi, Barusso. All. Spalletti 6 Napoli (3-5-2): Iezzo 5,5; Cupi 6 (33' st Contini sv), Cannavaro 5,5, Domizzi 6; Garics 5,5, Blasi 5,5, Gargano 6,5, Hamsik 7, Savini 6,5 (38' st Calaio' sv); Lavezzi 7 (41' st Bogliacino sv), Zalayeta 7. A disp. Gianello, Montervino, De Zerbi, Sosa. All. Reja 7 Arbitro: Tagliavento di Terni 5 Marcatori: 2' pt Lavezzi (N), 30' pt rig. Totti (R), 42' pt Perrotta (R), 1' st Hamsik (N), 7' st De Rossi (R), 19' st Gargano (N), 35' st Pizarro (R), 39' st Zalayeta (N). Note: Ammoniti Lavezzi, Ferrari, Cupi, Hamsik, De Rossi. Recupero 0' pt, 4' st. Gara aperta solo agli abbonati SCUSE: VOLEVO SCUSARMI CON TUTTI GLI UTENTI CHE SEGUONO GIORNALMENTE QUESTO BLOG X NON AVER DATO NOTIZIE IN QUESTA ULTIMA SETTIMANA POST PARTITA DI ROMA NAPOLI,X MOTIVI DI LUTTO INFATTI E’ VENUTO A MANCARE MIO PADRE! RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE COME SEMPRE SEGUONO LE NOTIZIE DEL POCHO LAVEZZI SUL MIO BLOG! GRAZIE DI CUORE CARLO ABBATE

venerdì 19 ottobre 2007

Lavezzi e la moglie, rissa dopo un incidente d'auto

E' accaduto venerdì, dopo mezzanotte, nel pieno centro di Napoli Parolacce, traffico bloccato e persino cinghiate tra i protagonisti. Rissa dopo un incidente d'auto. E' accaduto venerdi notte, protagonisti Ezequiel Lavezzi, l'attaccante argentino del Napoli e sua moglie. Teatro è stata via Chiatamone. Nella strada del centro il solito caos di auto e folla di giovani. Ad un tratto, poco dopo mezzanotte, il traffico che procedeva con la consueta lentezza del weekend, si è bloccato all'improvviso. I conducenti di due auto, una Minicooper blu ed una Renault Clio grigio scuro, sono usciti dalle rispettive vetture, l'uno con un amico, l'altro con la compagna, appunto Lavezzi e la moglie, e sono venuti alle mani. Poi hanno cominciato a picchiarsi. Ad un tratto la donna si è sfilata la cintura dei pantaloni e ha colpito in fronte uno dei due giovani, apostrofandolo. L'attaccante del Napoli venerdi scorso non era in ritiro ed era libero da impegni di squadra per la sosta del campionato. In un primo momento si è pensato ad un tentativo di scippo ai suoi danni. In realtà pare che invece ci sia stato un tamponamento tra le due vetture, qualche parola di troppo e un inizio di lite al quale sia Lavezzi che la sua compagna hanno reagito in modo un pò troppo focoso. E' finita per fortuna senza conseguenze e senza grossi danni (solo un graffio sulla fronte dell'"avversario" di Lavezzi). Lavezzi tampona auto e picchia gli occupanti 15 10 2007 L'attaccante del Napoli, Ezequiel Lavezzi, è stato protagonista di un brutto episodio per le vie di Napoli. Il giocatore, nella notte di venerdì notte, ha tamponato un auto (una Mini Cooper) ed è sceso per picchiarne gli occupanti che avevano chiesto la constatazione del danno. "Sembrava un indemoniato. Ha avuto una reazione spropositata rispetto all'accaduto", questo il commento di chi ha assistito alla scena.

venerdì 12 ottobre 2007

Lavezzi: Posso dare ancora di più

"Sto cercando di imparare anche i minimi particolari". Ezequiel Lavezzi studia il campionato italiano. Le prime sette 'sedute' di serie A hanno rivelato il talento dell'argentino, definito da molti il miglior acquisto estivo dell'intera serie A. Ma adesso su di lui ci sono 'attenzioni' particolari da parte dei difensori. Ti senti un po' tartassato di falli ultimamente? "Un po' sì. Ma è chiaro che questa è una delle caratteristiche del calcio italiano. All'inizio forse mi conoscevano di meno ma ora sono io devo imparare bene le dinamiche del campionato per esserne all'altezza. Nelle ultime gare ho ricevuto un po' di botte ma fa parte del gioco. Mi devo abituare ad un determinato tipo di ritmo e di marcatura. La serie A è bella anche per l'agonismo". In campo stai cercando di trovare un tua collocazione preferita? "Sì, sto provando a giocare più vicino all'attaccante centrale per riuscire a fare l'assist vincente o lo spunto vicino all'area. Però so che sarà sempre più difficile col passare del tempo. Per questo sto cercando di migliorare e di studiare ogni minimo dettaglio che faccia parte della tattica di gioco". Sinora hai segnato un gol, hai procurato un rigore e fornito assist. Ti piace più segnare o mandare in gol i compagni? Per me la cosa importante realmente è che vinca la squadra. E' chiaro che segnare fa piacere a tutti, figuriamoci a me che sono un attaccante. Ma in assoluto che vada in gol io o un compagno importa poco purché sia il Napoli ad uscire vincitore".

Lavezzi il colpo dell’estate

Un sondaggio lanciato dal quotidiano “corriere dello sport” ha chiesto a 30 esperti (tra allenatori, opinionisti, commentatori tv) di scegliere il miglior acquisto del calciomercato, quello più intelligente anche come rapporti soldi-qualità. Il primo classificato è stato l’attaccante del Napoli Lavezzi(6 mln di euro spesi) con 8 voti, al secondo posto si piazza lo juventino Iaquinta (11 mln) con 6 voti. Sul gradino più basso del podio si piazza un altro giovane napoletano, Hamsik (5,5 mln) 4 voti. I tre sono giunti davanti a Giuly con tre voti e borriello 2 voti. L’esito di questo sondaggio rafforza ancora di più il buon operato del direttore generale Marino, facendo ben sperare i tifosi partenopei.

lunedì 8 ottobre 2007

Inter-Napoli 2-1:

L'Inter avanza con i gol di Cruz e stende il Napoli (2-1). Quella dell'argentino è una doppietta che segue il filo avviato da Ibrahimovic dei giorni scorsi. Il ritorno "vero" del Napoli nel grande calcio è una recita a senso unico per 80 minuti, che testimonia come il divario tra l'ambiziosa matricola e le superpotenze della A sia ancora ampio. Così la squadra di Mancini, che va a segno da 42 partite consecutive e che tra tante polemiche è partita meglio dell'anno scorso, continua a guardare tutti dall'alto. EZEQUIEL LAVEZZI: Il migliore, senza dubbio, tra le fila partenopee. E’ l’unico a prendere l’iniziativa, a puntare l’uomo, e a creare qualche sorta di pericolo alla retroguardia nerazzurra. Tutte merito suo le ammonizioni comminate ai padroni di casa, quando viene falciato senza troppi complimenti dai vari Samuel, Stankovic e Burdisso. Quando da vita ad una serie di spettacolari duelli in velocità con il suo marcatore Cordoba, sul prato del San Siro si vedono due frecce catapultarsi verso la palla a velocità tripla rispetto a tutti gli altri effettivi in campo, e gli esiti di almeno tre di questi duelli sono incerti fino all’ultimo secondo. Si muove molto come al solito, non dà punti di riferimento, che agisca tra le linee, o si proponga come di consueto lungo gli out. Meglio quando ronza in zona Samuel, che lo soffre un po’ di più, dovendosi anche contenere per l’ammonizione rimediata appena al minuto diciassette. Sembra un po’ predicare nel deserto, quando un passo dentro l’area, scodella una palla deliziosa per l’accorrente Savini, che invece spara al cielo, nel deserto della curva destinata ai tifosi partenopei. Stanco nel finale, finisce stremato, ma con i complimenti di tutti, connazionali nerazzurri in testa.

lunedì 1 ottobre 2007

Napoli Genoa 1-2

NAPOLI CADE IN UN SAN PAOLO VUOTO BUONA COMUNQUE LA PROVA DEGLI AZZURRI EZEQUIEL LAVEZZI GIOCA TANTI PALLONI E SI PROCURA UN CALCIO DI RIGORE “GOL”REALIZZATO DA MAURIZIO DOMIZZI.