martedì 25 settembre 2007

Lavezzi migliora ma Reja non rischia

Confortante diagnosi per l'argentino, domani il Napoli cambia pelle: pronti Calaiò e Bogliacino Lavezzi dà pensieri. Ma nulla di serio, nulla d'allarmante. Gli adduttori del Pocho sono affaticati, infiammati e per questo gli procurano dolore. Però non c'è ombra di pubalgia. E non ci sono lesioni o danni. Il Napoli tira un bel sospiro di sollievo e guarda avanti. Anche se nell'immediato, cioè domani sera con il Livorno, Reja potrebbe anche rinunciare all'argentino. Già dolente nei giorni precedenti che hanno preceduto il match di Empoli, già forse bisognoso di riposo allora, Lavezzi - che oggi non si allenerà - non aveva voluto rinunciare alla partita. Anzi, ci è rimasto male per il cambio a fine gara. Voleva arrivare a fine match. Ma non l'ha spuntata. Davanti al rischio di una perdita grave, Reja ed il medico hanno preferito non rischiare. E adesso toccherà al dottor De Nicola ed al tecnico Reja decidere il da farsi. Ma visto i due impegni ravvicinati e così impegnativi, è forte il dubbio sulla sua presenza già con il Livorno. Di sicuro Lavezzi dovrà affrontare una settimana di lavoro personalizzato per smaltire il leggero affaticamento. Non solo Lavezzi in infermeria. Anche Zalayeta, Gargano e Calaiò sono stati al centro di Cerreto Sannita. Ma per loro erano solo controlli già programmati, indagini per verificare il recupero da microacciacchi, da piccoli dolori. DOvrebbe esserci un ampio turn over domani sera. Oltre a Calaiò, potrebbero rientrare Bogliacino, Garics e Contini. E perchè no, anche De Zerbi, che proprio con il Livorno in Coppa e sempre di mercoledì, firmò una partita straordinaria. Come mai ad essere affaticati sono i nuovi tre stranieri? Una spiegazione forse c'è, ed è legata con molte probabilità ai carichi di lavoro sostenuti molto diversi da quelli dei clubs sudamericani. E a proposito di prossimi impegni, Inter-Napoli è stata anticipata a sabato 5 ottobre. Sarà uno dei due anticipi della settima giornata, e verrà disputata alle 20.30.

lunedì 24 settembre 2007

nuovo video lavezzi

NAPOLI ALLARME LAVEZZI

Il dubbio di ieri, il dubbio di oggi, il dubbio di domani: ce la farà Lavezzi? Il dubbio da sciogliere, dopo aver riscoperto l’infiammazione agli adduttori, era il tormento del Napoli, rimasto con il fiato sospeso per quell’ora in cui el locoattaccava ma non troppo, allungava ma non troppo, affondava ma non troppo, per non rischiare di starsene poi troppo fermo: "E’ un’infiammazione agli adduttori, colpa dell’affaticamento. Per qualche giorno h avuto problemi, sabato, nella rifinitura, s’è fermato per non andare in contro a peggioramenti. E’ dovuto uscire e ora è materia del medico". Il dubbio di Pierpaolo Marino, quello di Reja, quello del Napoli, quello dei cinquemila rimasti a osservare preoccupati ogni scatto rimane vivo al novantunesimo, quando il Napoli se ne torna beatamente soddisfatto di quel pareggio, portandosi però appresso un tarlo destinato a resistere almeno sino a mercoledì sera. Lavezzi si o Lavezzi no? Sessantasette minuti sperando che sia niente, pregando che sia niente, pregando silenziosamente affinché non accada assolutamente, affidandosi ai personalissimi protettori, scandagliati sugli adduttori dell’argentino: e, alla fine, le solite perplessità vagheggiante alla vigilia della sfida del Castellani, rese pubbliche in vista della sfida del Livorno. Lavezzi, quella scheggia imprevedibile, quel folletto tutto nervi e rapidità, rimane vivace, brillante però controllato: la brillantezza l’assiste, ma sino a un certo punto, perché poi la psiche umana tradisce. Un avvio bruciante e una pausa, un’altra accelerazione ma senza risultare letale, pasi di danza intrno al pallone, dribbling, serpentine ma la velocità rimane umanissima, non devastante come a Udine e non letale come la Sampdoria: "Ha un problema". Marino conferma, Reja s’incupisce, Lavezi s’affida a Salvatore Carmando e al dottor De Nicola, affida loro i propri muscoli, le proprie gamge, magari persino la propria testa, per sgomberarla dalle preoccupazioni che possono accecare un giocatore. Napoli-Livorno, dopodomani, potrebbe avere Maradona in tribuna: e lui, el loco, cresciuto nell’ombra del Mito, allevatosi a colpi di magie rubacchiate osservando Diego, potrebbe mai arrendersi? Il mistero-Lavezzi, svelato nell’imminenza di Empoli-Napoli, diviene l’argomento pregnante d’un post-partita ch’è già vigilia di Napoli-Livorno: "Chissà?". Infatti, chissà? Empoli-Napoli, sabato, rimaneva un interrogativo: 60si, 40no. Napoli-Livorno, a settantadue ore, è già invece una sorta di miraggio, un’inquietudine che monta e travolge, che gela e annichilisce. L’ezequiel Lavezzi di Empoli, per quanto sufficiente, è semplicemente la controfigura dell’attaccante devastante degli ultimi centottanta minuti: ma preservarlo, per curarlo, è un doere al quale il Napoli non può sottrarsi. Dunque: due giorni e mezzo di sedute, massaggi, di cure appropriate, di riposo, di scarico, e poi la sentenza, che però sembra più o meno annunciata dalle espressioni, dagli avvisi, piccola però concreta, di poterlo avere mercoledì sera; c’è il timore, enorme e altrettanto concreto, di dover esporre l’uomo-missile a un rischio incalcolabile. E fulmini nel ciel sereno, Napoli non vuol avvistarne. "Vedremo come procederà in questi tre giorni il recupero. La decisione verrà ovviamente presa all’ultimo momento". Correre non ha senso, se non si è Lavezzi. Rassegna Stampa (corriere dello sport)

sabato 22 settembre 2007

Lavezzi e Sosa chiamano Diego al San Paolo

Maradona è in Italia ospite dell'ex compagno Bagni. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, Sosa e Lavezzi lo hanno chiamato (attraverso il massaggiatore Carmando) per invitarlo mercoledì al San Paolo, in occasione della partita contro il Livorno,fonte: tuttonapoli.

mercoledì 19 settembre 2007

Lavezzi: Maradona? L'ho incontrato alla Noche del 10

Ezequiel Lavezzi, attaccante del Napoli, ha svelato un particolare a "Spacca Napoli" su Sky Sport. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Maradona? L'ho conosciuto alla Noche del 10, il programma condotto da Diego due anni fa in una tv argentina. Fu un momento indimenticabile. Diego, per noi argentini, e' il più grande di tutti". napolimagazine. pensate cosa succederebbe se tutto cio' accadesse ora i 2 amori di napoli insieme magari al san paolo!!!

martedì 18 settembre 2007

GRAZIE LUIGI!!!

http://ezequiellavezzi7।blogspot.com/ GRAZIE LUIGI: IL MIO AMICO MI HA CREATO IL NUOVO MURO X LAVEZZI DA OGGI INIZIERA'UNA COLLABORAZIONE TRA I 2 BLOG DEDICATI AL POCHO LAVEZZI GRAZIE

Lavezzi incanta il San Paolo

Lavezzi sfodera ancora una volta una prestazione stupenda, dribblando, correndo e passando la palla ai compagni da vero fantasista. Ogni volta che entrava in possesso della sfera di gioco il pubblico s'impietriva aspettando qualche sua giocata. Neanche la gabbia del tecnico della Sampdoria è riuscita a fermare el Pocho. Al momento della sua sostituzione Lavezzi ottiene una mega standigovation , il pubblico dagli spalti lo acclamava. Voto 8 fonte:http://ezequiellavezzi7.blogspot.com/

lunedì 17 settembre 2007

«Neanche in quattro fermano El pocho»

Aveva pensato di costruire una specie di gabbia per bloccare l’estro e i guizzi di Lavezzi. A destra, Lucchini (poi, Guastaldello) e Zenoni, a sinistra, Bastrini e Pieri. «Ma Lavezzi è apparso incontenibile. È davvero bravo l’attaccante del Napoli. Fa grande movimento, è rapido, gioca bene il pallone», dice Walter Mazzarri che con onestà applaude il successo della squadra di Reja. A pezzi la Samp dopo i novanta minuti al San Paolo, sugli scudi un Napoli autorevole, che ha confermato la prova di Udine annientando gli avversari con un secondo tempo da applausi. «Ringrazio i tifosi che ci hanno prima incoraggiati e poi riempito di applausi», osserva Reja che ha sfoggiato la stessa divisa indossata a Udine. Diventerà un portafortuna come il cappotto di Pesaola? Sorride il tecnico e ribatte: «I miei portafortuna sono i calciatori. Non è stato facile confermare la bella prestazione offerta al Friuli. Abbiamo corso pochi rischi e abbiamo costruito sei-sette occasioni da gol. E la Samp, credetemi, è una squadra tosta, esperta». Il Napoli ha battuto due formazioni forti, seconde solo alle big. «E io penso che mi manca un punto in classifica. Con il Cagliari non meritavamo di perdere». Lasciando il San Paolo, in molti hanno sottolineato: erano anni che il Napoli non giocava tanto bene. «Strano. Da tempo prendo solo critiche nonostante i risultati, i successi di questi ultimi due anni. In un gruppo vincente, Marino ha inserito giovani e anziani, tutti con la mentalità vincente. Ho giovani quali Hamsik (meglio il suo secondo tempo), Gargano, Lavezzi e altri che hanno già esperienza come Blasi, Zalayeta, Contini. Sono soddisfatto e vi dico che possiamo ancora migliorare». Reja, che già era un po’ preoccupato dopo la gara a Udine, lo è di più dopo questo secondo, esaltante successo, il primo al San Paolo: «Non bisogna essere umorali. Adesso, non voliamo con la fantasia, restiamo con i piedi ben piantati. Guai a sognare. Marino ha dichiarato che l’Empoli è forte? Dal primo giorno ho detto ai miei: rispetto di tutti, paura di nessuno. Di certo, non andremo in gita ad Empoli». Quando si potrà iniziare a capire il vero valore del Napoli, quando si potrà parlare delle sue ambizioni? «Non prima della decima partita. Dopo l’incontro con la Fiorentina si delineerà la nostra situazione». Reja non si esalta neanche quando apprende che l’Udinese ha vinto con la Juventus: «Noi abbiamo battuto l’Udinese, ma forse l’Udinese ha vinto a Torino come il Cagliari aveva vinto contro di noi al San Paolo. Calma. Prendiamo, invece, atto della nostra ottima condizione, spero che duri a lungo, e del gioco. Nel secondo tempo abbiamo dettato legge per ritmo e come azioni. Siamo andati spessisimo alla conclusione. Avremmo potuto chiudere con un punteggio più vistoso».

Lavezzi si scusa «Volevo segnare»

Due reti alla seconda di campionato contro l’Udinese, un gol ieri: Marcelo Zalayeta segna ancora e non ha intenzione di fermarsi. «Contento, sono molto contento», sussurra uscendo dallo spogliatoio con la consueta espressione truce che si trasforma in un sorriso dolce quando incrocia moglie e figli nella pancia del San Paolo. Zalayeta segna, Napoli sogna, per gli avversari sono incubi veri quando c’è lui di fronte. Ieri pomeriggio al San Paolo ha creato sette occasioni compresa quella della rete: e proprio il gol del vantaggio sulla Samp regala un’immagine precisa del suo cinismo, della cattiveria, delle capacità di far male che solo i grandi bomber sanno avere. Mentre la difesa della Sampdoria si impappinava, Zalayeta era lì a un passo, pronto a rubare la palla per prendersi beffa degli avversari: un guizzo da «panteron», il soprannome che lo segue da sempre e che lui porta con nonchalance. «Sono contento», ha detto laconicamente, in attesa che venga il suo turno di finire ufficialmente davanti a microfoni e taccuini. Avrebbe voluto raccontare della traversa piena colta dopo venti minuti, del pericoloso colpo di testa che ha preceduto di sei minuti la rete, del destro calciato in chiusura di primo tempo e di quello scagliato a inizio ripresa. Tanti gol falliti per uno segnato, quello buono, quello del vantaggio. Tre reti in tre giornate, Zalayeta ha ritrovato il suo ritmo, la voglia grande. Pareva che l’addio alla Juve gli avesse tolto un pizzico di verve: non era vero. Il panteron è tornato quello di una volta, il gigante d’ebano che si prende le sue responsabilità e, talvolta, ne paga anche le conseguenze. Accadde in fase di qualificazione ai mondiali con la sua nazionale, l’Uruguay: sbagliò il rigore decisivo contro l’Australia e disse addio a Germania 2006, ma si rimboccò le maniche e ricominciò a lavorare, e segnare. Come sta facendo oggi a Napoli. E un gol avrebbe voluto ieri pomeriggio il «pocho» Lavezzi. Ha fatto spellare le mani al San Paolo per le sue invenzioni, per quel cambio di passo che manda in crisi gli avversari e li costringe a risolvere in qualche maniera, generalmente colpendo duro. Non ha segnato il nuovo idolo di Napoli, ma ha saputo duettare ancora una volta perfettamente con il compagno di reparto Zalayeta: si sono cercati, spesso trovati, e hanno riproposto una piccola parte del repertorio già visto a Udine. Quando Reja l’ha chiamato fuori all’ultimo minuto, per consegnarlo alla standing ovation del San Paolo, Lavezzi non è stato in grado di sorridere finché non si è avvicinato all’allenatore per scusarsi di non essere riuscito a fare gol: roba da ragazzo perbene, oltre che da campione.

Napoli-Sampdoria 2-0: Al San Paolo s’inizia a sognare

IL NAPOLI CONTINUA A STUPIRE GRAZIE A LAVEZZI ,HAMSIK E ZALAYETA ANCHE SE DEVO DIRE LA VERITA' ...GRANDISSIMA PARTITA DI LAVEZZI! ECCO LE PAGELLE NAPOLI Iezzo 6 - Poco impegnato nel corso del primo tempo. Nella ripresa si ripete nel stare a guardare i suoi compagni surclassare Ggi avversari. Cupi 6.5 - Si dimostra un giocatore pienamente recuperato dopo il lungo infortunio patito l`anno scorso. Gioca una buona gara, attento e prezioso. Savini 6 - Gioca una buona gara contenendo Caracciolo. Non deve mai preoccuparsi. Grava 6.5 - Spinge molto sulla fascia destra creando superiorita` numerica e dando spettacolo. Domizzi 6 - Reclama un rigore per contatto con Pieri ma l`arbitro fischia un fuorigioco del difensore campano inesistente. Prova a reao`lizzare un gol su punizione senza troppa fortuna. Ottimo in fase difensiva. Contini s.v. - Entra la posto di uno stanco Savini ma non compie grandi interventi. Cannavaro 6.5 - Gara attenta la sua. Oggi deve vedersela con un Montella piu` in versione assist-man invece che bomber, il che favorisce il difensore. Blasi 6.5 - Primo tempo da gladiatore il suo. Conquista decine di palloni facendo ripartire la squadra. Nella ripresa sispinge in avanti in cerca di gloria senza fortuna. Bogliacino s.v. - Il centrocampista gioca pochi minuti risultando ingiudicabile. Hamsik 7.5 - Il giovane centrocampista ex-Brescia offre un buon primo tempo. I palloni migliori passano dai suoi piedi. Nella ripresa sale in cattedra sbriciolando gli avversri e trovando la rete del raddoppio con un dribbling ubriacante. Gargano 6.5 - L`uruguayano offre una prestazione di grande livello. Recupera palloni ed offre qualita` ad un centrocampo che dara` spettacolo per tutto il campionato. Lavezzi 7 - L`argentino ormai e` il nuovo idolo di Napoli. Tutti i palloni che tocca si trasformano in oro. Scatta, dribbla e serve i compagni. Incontenibile. I tifosi pero` volevano acclamarlo in caso di gol ma per quello c`e` tempo. Calaio` s.v. - Pochi minuti a disposizione per l`attaccante nei quali pero` sfiora la rete el 3-0. Sfortunato. Zalayeta 7 - Oggi l`uruguayano appare ispirato, dopo la doppietta contro l`Udinese ecco che arriva anche il gol contro la Sampdoria. Inoltre colpisce una traversa con un gran colpo di testa. Suo l`assist che porta Hamsik a realizzare il raddoppio.

domenica 16 settembre 2007

Nasce la pizza "El Pocho"

La Lavezzimania ha colpito tutti a Napoli. In molte pizzerie della provincia ecco la nuova pizza che prende il nome del Pocho Lavezzi Le gesta del nuovo fenomeno azzurro Ezequiel Lavezzi spopolano sia in Italia che all'estero. Dopo la statuina dell'argentino da inserire nel Presepe, adesso è la volta della pizza Lavezzi. In diverse pizzerie della provincia infatti, troviamo la nuova pizza denominata "El Pocho"

sabato 15 settembre 2007

ED ORA GODIAMOCI….LAVEZZI!

Se volessimo fare una sorta di statistica sul nome del calciatore che più ha svettato nelle prime, ma anche nelle seconde, nelle terze…e così via dei giornali in questi ultimi giorni(anzi dalla sosta del campionato in poi), bè, il vincitore risulterebbe e di gran lunga proprio lui, Mister LAVEZZI. Vuoi perché alla stampa piace giocare sulle emozioni che Napoli sa dare ai suoi beniamini, vuoi perché le tante esternazioni del Presidente De Laurentiis attirano tanti lettori, e vuoi perché dopo la cinquina di Udine che ha visto protagonista proprio il Sig. Ezechiele(nome di battesimo) di Mister Lavezzi, tutto e di più è girato attorno a lui. Sarà un bene? Sarà deleterio? La risposta come sempre è già pronta per essere esaudita, sarà come sempre un tappeto verde a decretare il carisma e la forza mentale di un calciatore come Lavezzi che domenica è atteso dai 40mila e speriamo di più napoletani, pronti ad applaudirlo dopo i gol e gli assist in terra friulana. Il titolo del ns. Editoriale voleva essere: “Ed ora godiamoci il duello LAVEZZI-CASSANO”, ma eventi negativi hanno travolto il rissoso ragazzo di Bari, un infortunio più lungo del previsto, priverà il competente pubblico di Fuorigrotta di assistere dopo un po’ di tempo ad un duello alla pari o quasi di una giocatore del Napoli con un asso affermato del calcio italiano. Duello dicevo, alla pari o quasi, nel senso che tecnicamente il buon Lavezzi non ha nulla da invidiare all’ex panchinaro del Real Madrid, ma poteva essere la giornata che avrebbe consacrato non solo le gesta del nuovo arrivato in maglia azzurra, ma un duello in campo l’uno contro l’altro per esaltare la folla sarebbe stato fantastico! A suon di dribbiling, il caffè Borghetti va giù che è un piacere! Ma dovremo rimandare, ci toccherà(speriamo) rivedere il panterone Zalayeta metterla in rete anche al San Paolo, urlato a squarciagola in Radio da Auriemma: “gool, di ZA-LA-JE-TA” e così per 4 volte….! A questo punto la domanda che mi pongo, e che parecchi di Voi amici del Portale vi porrete è: Sarà una Sampdoria più temibile, più concentrata quella che vedremo al San Paolo domenica? Le punte, e che punte (Montella e Bellucci) per punire qualsiasi difesa, di certo non mancano ai Doriani, e forse l’innesto di Cassano avrebbe potuto “minare” certi equilibri che il tecnico della Sampdoria Mazzarri sembra aver già trovato dopo due partite di campionato. L’Augurio che facciamo a Lavezzi, ma ovvio a tutta la squadra è che al fischio di inizio di Napoli – Sampdoria, i ragazzi dimentichino tutto ciò che di buono hanno letto sui giornali e sentito nei salotti TV, è una vecchia storia già più volte vista e sentita. Se vinci, da lunedì mattina apriti cielo, altro che “salvezza tranquilla” come il nostro sondaggio ha decretato, ci vorranno zavorre da 100 kg per tenere coi piedi a terra chi di dovere. Se invece incappi in un'altra giornata tipo col Cagliari in casa, ecco che il nome che più leggeremo lunedì mattina sarà quello di…Reja. Che sia un bella partita dunque, non ci possono essere brocchi a vestire la maglia azzurra, ma almeno teniamoci stretti quei pochi talenti che da poco stanno nascendo all’ombra del Vesuvio. Che la sconfitta della Francia in casa ieri con la Scozia agli Europei, insegni che anche gli spocchiosi e possenti calciatori Transalpini con a capo un arrogante allenatore, le hanno prese da calciatori in …gonnella, anzi in Kilt. Del domani non vi è certezza, e il Dio Pallone si diverte ogni volta di più.

venerdì 14 settembre 2007

Lavezzi superstar: gol, assist e... statuina!

L'attaccante napoletano diventa protagonista del presepio। Il vero riconoscimento per Lavezzi è un altro. Sì, perché l’autunno è alle porte e a Napoli si lavora già sui presepi del prossimo Natale. E indovinate di chi è la statuina più preziosa? Quella fatta a immagine e somiglianza del ‘fulmine’ Lavezzi. Chissà se sono riusciti a disegnare anche tutti i suoi undici tatuaggi. Dopo poche settimane Lavezzi ha già un posto prenotato sui caminetti di Napoli, dove forse dribblerà Re Magi e pecorelle, per poter dire grazie, a modo suoi, per i piedi che gli soE' come se fosse un'incoronazione. Quando a Napoli ti dedicano una statuina del presepio vuol dire che hai fatto centro. E' questa la storia di Ezequiel Lavezzi, attaccante arrivato nel corso dell'ultima sessione di mercato che ad Udine ha stupito tutti per classe, forza e senso del gol. Il giocatore è già stato riproposto dal maestro pastoriaio Marco Ferrigno nelle vesti di pastore. Sicuramente diverse rispetto a quelle del "loco" (il pazzo) o del "Pocho", il fulmine. Sta di fatto che Lavezzi è già nel cuore dei napoletani, la strada intrapresa è proprio quella giusta... no stati dati in dono........allora e' vero Lavezzi e il Napoli: è scoppiato l'amore!!

Tutti pazzi per Lavezzi

Non è stato un mercato semplice, quello del Napoli. Contestato dalla stampa, più che dai tifosi, che avrebbe voluto nomi altisonanti da presentare ai lettori. Come Alvaro Recoba, oppure Antonio Cassano. Il direttore generale Pierpaolo Marino, che ha speso meno soldi di quelli messigli a disposizione dal suo presidente, si è sentito ‘bocciare dagli esperti’. Ma Aurelio de Laurentiis, che di cinema se ne intende, non ha voluto dare un giudizio ancora prima dei titoli di testa. E alla seconda scena, quella nella quale il suo Napoli strapazzava con cinque gol l’Udinese, aveva già capito che il film si sarebbe concluso con un happy ending. Febbre argentina Prima di dare giudizi avventati bisogna riflettere. Lavezzi è un giocatore di assoluta qualità, dopo una sola partita avevano criticato il nostro mercato come fosse fallimentare”: parole e musica di De Laurentiis. Che non a caso dopo la vittoria sull’Udinese ha voluto citare per primo Ezequiel Lavezzi. Certo, il Napoli ha preso altri ottimi giocatori come Manuele Blasi e Marcelo Zalayeta dalla Juventus, Marek Hamšík e Walter Gargano, ma al centro dell’attenzione in questo momento c’è lui, il 22enne argentino soprannominato affettuosamente ‘el pocho’. La fantasia del ‘dieci’ Quest’estate Lavezzi ha lasciato l’Argentina, il CA Rosario Central e il numero 10 sulla maglia, che nei dintorni del Vesuvio può essere indossato solo da Diego Armando Maradona. Ora veste il 7, che in numerologia rappresenta ‘sapienza e successo’. Eppure, i tifosi del Napoli vedono ‘sette’ e pensano ‘dieci’. Perché Lavezzi è argentino, perché è veloce, fantasioso e si diverte a dribblare gli avversari. Il gol contro l’Udinese alla seconda giornata ha colmato in parte il vuoto lasciato da Maradona (ma guai a fare paragoni) e riempito di gioia i tifosi napoletani. Tutti ora parlano di lui, raccontano di quando lo seguivano nel campionato argentino. Parlare di Lavezzi ormai è contagioso. Giocatore corteggiato Anche l’AC Milan, nella persona di Cesare Maldini, capo degli osservatori nonché padre del capitano Paolo, non ha potuto fare a meno di dire una parolina su di lui. “Lo seguimmo per molto tempo date le tante note positive sul suo conto. Era da Milan, volevamo prenderlo, ma poi decidemmo di puntare su Alexandre Pato”. Bel riconoscimento, soprattutto da una società che di sudamericani se ne intende. Si mangia le mani, invece, Enrico Preziosi, proprietario del Genoa, che aveva visto Lavezzi in azione durante il ritiro dell’estate 2005 e poi l’aveva rimandato in patria. Laconico il commento di Preziosi: “Guardando le immagini abbiamo avuto la conferma che avevamo tra le mani un gran giocatore”. E’ solo l’inizio Lavezzi. Uno che se gli dici che i tifosi vogliono conquistare un posto per entrare in Coppa UEFA ti risponde “Andiamoci con calma”. Ma se poi gli domandi cosa si sente di promettere ti dice, come se fosse la cosa più naturale del mondo “Beh, posso dire che mi impegnerò per segnare almeno 20 gol”. Uno che non si stupirebbe, se Lavezzi dovesse superare quota 20, è il suo connazionale Hernan Crespo: “Mi stupisce l’emozione dell’Italia nei confronti di Ezequiel, se chiedete a un qualunque tifoso argentino, scoprirete che certe giocate non sono una novità e che, anzi, non avete visto ancora tutto il suo repertorio”. Chi lo aveva potuto vedere in estate, in allenamento, è l’allenatore Edy Reja. Che, per restare in tema mistico, l’aveva profetizzato: “L’argentino farà innamorare i napoletani”. Così è stato.

giovedì 13 settembre 2007

«El pocho» più cliccato di Totti e Del Piero

Quella che vedete qui a destra è una fotografia del computer di redazione fatta ieri pomeriggio alle cinque. La linea blu segnala le ricerche effettuate via Internet, da tutta Italia, con la parola chiave «Lavezzi», quella gialla rappresenta Del Piero, la rossa riguarda il pupone Totti. Come vedete, nella parte finale del grafico la striscia blu, quella di Lavezzi, ha avuto una clamorosa impennata e ha superato di gran lunga gli altri due campioni. L’impennata è partita il 2 settembre, quando il Napoli ha strapazzato l’Udinese e il giocatore argentino ha catturato la ribalta; così i giovani, maggiori fruitori del web, si sono scatenati, hanno cercato notizie, fotografie, particolari sul nuovo re di Napoli. Così come era accaduto a inizio luglio durante il mercato, come notaerete nella parte iniziale del grafico. È un confronto che anche voi lettori potete realizzare, scoprendo magari che oggi, o domani, il dato è diventato ancora più significativo. Il servizio on line viene offerto dal motore di ricerca Google (www.google.com/trends) e consente di capire quali sono gli interessi del popolo del web, basandosi sulla quantità di ricerche effettuate su un argomento. Un dato numerico ufficiale non è disponibile. Si tratta, però, di centinaia di migliaia di ricerche quotidiane riservate al giocatore argentino che sta facendo impazzire Napoli. Ma i numeri a cinque e a sei cifre sono abituali quando il web si abbina al calcio azzurro. Il sito internet della società (www.sscnapoli.it) riceve una media di 850mila visite al mese, più del 60% delle quali effettuate da visitatori unici. Ogni mese vengono scaricate, in media, 29 milioni di pagine del sito azzurro e durante la scorsa estate ci sono stati giorni in cui il sito è stato letteralmente «assalito» dagli internauti. Ad esempio durante le notturne di coppa Italia che non erano trasmesse dalla tv ma che potevano essere seguite tramite gli aggiornamenti in tempo reale offerti dal web azzurro: secondo un dato non ufficiale, nella notte della partita contro il Livorno c’erano 102mila tifosi collegati via web con Napoli per scoprire cosa accadeva al San Paolo. La passione dei tifosi, a breve, troverà sfogo anche nella possibilità di fare acquisti online tramite il sito azzurro. Un paio di test hanno restituito risultati apprezzabili, entro la fine del 2007 dovrebbe partire ufficialmente il commercio online di prodotti a marchio Ssc Napoli. fonte ilmattino.it

IL FENOMENO LAVEZZI CONTINUA A STUPIRE

«EL POCHO» PIÙ CLICCATO DI TOTTI E DEL PIERO Il popolo del web è impazzito, tutti cercano notizie sull’argentino Secondo quanto riportato dal sondaggio sul sito SPORTAL.it, il portale dello sport ialiano, è l'argentino Lavezzi il giocatore che fino ad ora ha impressionato più di tutti i suoi colleghi. Su 20 giocatori, il nuovo gioiello del Napoli è primo con il 24 per cento circa di preferenze e precede di gran lunga Almiron secondo con il 15 per cento e Giuly terzo con il 12 per cento. Quindi continuano gli attestati di stima per El Pocho che domenica è atteso al San Paolo dalle migliaia di tifosi azzurri che saranno pronti ad ammirare le magie del loro nuovo idolo.

martedì 11 settembre 2007

Lavezzi si ridimensiona da solo: “Esagerato dire che sono il nuovo Maradona”

E’ stato il grande protagonista della rotonda vittoria del Napoli in trasferta contro l’Udinese (5-0) ma Ezequiel Lavezzi non vuole essere paragonato a quello che molti indicano come il miglior giocatore del Mondo di tutti i tempi: “'Io nuovo Maradona? Adesso stiamo esagerando”. L’attaccante argentino ha poi spiegato: “Già la parola 'idolo' per me è troppo. E poi lasciamo stare i paragoni con il grande Diego. Lui è e resterà unico per sempre. Io cerco solo di dare felicità e gioia prima ai miei compagni e poi alla gente di Napoli. Cerco solo di fare bene il mio lavoro”. Ezequiel Lavezzi è addirittura commosso per l'accoglienza che gli hanno riservato Napoli e il pubblico partenopeo: "Sono felice di tanto affetto e farò il possibile per dare gioia e allegria ai tifosi. Però andiamo con calma: siamo solo alla seconda giornata ed è presto per dare giudizi". "Io idolo? Non esageriamo, è troppo. E lasciamo stare i paragoni con Maradona: lui è e resterà unico per sempre". L'argentino parla poi di due suoi compagni, Sosa e Zalayeta: "Il 'Pampa' mi ha insegnato tante cose e mi ha aiutato a comprendere la lingua. Con Marcelo mi trovo molto bene, ma l'armonia e l'intesa si sta affinando con tutti".

Lavezzi, patto per il Napoli

Un’ora al telefono con i lettori del Mattino. Ezequiel Lavezzi, l’argentino che ha conquistato i tifosi del Napoli con la splendida partita a Udine, è stato ospite nella redazione di via Chiatamone. Al suo fianco il connazionale Roberto Sosa, il Pampa amatissimo dai tifosi, e l’interprete Mauricio Aristizabal. Il telefono non ha smesso di squillare, caldissimo l’abbraccio dei tifosi a Lavezzi. Francesco Esposito da Casavatore: Per le caratteristiche tecniche con chi si trova meglio con Calaio o Zalayeta? «Bene con tutti e due. È importante adattarsi alle circostanze di ogni partita, per questo non ho preferenze per un compagno o per l’altro». Angelo Langella da Boscoreale: Lavezzi, facci sognare con la maglia azzurra. «Non dipende soltanto da me. Io e i miei compagni ci impegneremo con il Napoli e ce la metteremo tutta. L'intenzione è arrivare il più alto possibile». Luigi Abbate da Pozzuoli: Promettimi di battere la Juve il 28 ottobre. «È la nostra intenzione. È una partita impegnativa, noi ci impegneremo per vincere le sfide con la Juve e altre squadre». Giuseppe Scerbo da Casoria: Ti senti più forte di Tevez? «Non mi sento né più forte né meno forte di Tevez. Io vorrei che si dicesse che sono Lavezzi e basta». Fabrizio Iaquinandi da Napoli: Quale voto ti dai per il gol e la splendida partita ad Udine? «Non spetta a me dare voti, posso però dire che la prova mia, come di tutti i compagni, è stata ottima. Al di là del risultato, mi auguro che il Napoli possa esprimersi allo stesso livello tante altre volte per grinta, fantasia, velocità, rapidità, gioco». Vito Carbonara da Napoli: Perché non provi a trasmettere un po’ della tua tecnica ai compagni di reparto? Complimenti per il gol all’Udinese. «La cosa più importante è la squadra, anche se cercherò di fare la maggior quantità di gol possibile». Alberto Smitti da Roma: Come ti trovi a Napoli? Potresti suggerire qualche calciatore al Napoli? «Avevo tanti compagni, tutti molto bravi. Anche a Napoli si è formata una squadra abbastanza forte. Non ho preferenze per un compagno in particolare. Mi trovo bene a Napoli e spero che, grazie ai risultati, la squadra possa ricevere tanto affetto dai tifosi». Dario Martone da Pomigliano D'Arco: È da tempo che aspettavamo questi momenti, questi calciatori che ci animano la piazza: mi raccomando, continua così. «Grazie. Sono fiducioso che le cose possano continuare ad andare bene e che tutti i tifosi possano essere contenti e sognare nuovamente». Marco Legrottaglie: Ti piace Napoli? «Mi piace molto». Luca Legrottaglie: Che ne pensi della piazza di Napoli? «La cosa che mi piace di più è la domenica: posso andare allo stadio e giocare in uno scenario storico, dove si sono esibiti Maradona e altri grandi». Gennaro De Lora da Napoli: Sono molto contento delle prestazioni di Lavezzi, lo vedo vicino a Maradona. Ma lui dice sempre che non si sente come Diego. «Non può esistere un confronto con Maradona. Sto facendo del mio meglio e vorrei che in futuro la gente parlasse di Lavezzi, senza fare paragoni. A me mancano tante cose per questi raffronti». Ciro da Vico Equense: Sono un tuo ammiratore. Cerca di portarci quanto più su possibile, perché sei l'unico che può imitare un nostro grande giocatore che è stato a Napoli. È inutile che ti faccia il nome. «La vittoria a Udine non è stata una vittoria mia, ma di tutta la squadra. Ti ringrazio per i complimenti ma vorrei dare tante soddisfazioni ai tifosi anche come persona». Giovanni Ciriaco da Caserta: Hai mai visto o conosciuto Maradona? «Sì, l’ho conosciuto due anni fa, quando giocavo con il San Lorenzo. Diego era il conduttore di un programma in tv e in una trasmissione vennero ospitati alcuni calciatori: io ero uno di quelli. Una grande emozione». Vincenzo Sivaio da Avellino: Vorrei chiedere a Lavezzi cosa significa Pocho, il suo soprannome. «Pocho non ha nessun significato particolare, non si può tradurre in italiano: è semplicemente un soprannome affettuoso. La traduzione nell’italiano fulmine? Non c’entra niente». Manuel Annunzio da Latina: Complimenti, sei davvero forte. Ti ho scoperto quando giocavi in Argentina, osservando alcuni filmati delle tue partite. Quando il Napoli ti ha ingaggiato sono stato felice. Come ti trovi qui? «Bene, sono molto contento. Devo continuare a migliorare. Ho giocato poche partite, però darò tante soddisfazioni ai tifosi e alla squadra». Antonio Lettera da Napoli: Ti telefono per soddisfare una piccola curiosità: tu hai due nomi, vuoi essere chiamato Ivan o Ezequiel? «Ezechiele, come mi chiamano in famiglia». Mimmo Airone da Pomigliano: Se un giorno avessi proposte da Inter o Milan, andresti via da Napoli? Io spero di no perché sei il giocatore più forte. «Sono qui da poche settimane e adesso la mia priorità è giocare con il Napoli. Non è possibile al momento pensare ad alternative». Enzo Luca da Napoli: Un consiglio: devi essere umile per stare bene a Napoli e vincere. «Ti ringrazio, farò proprio così». Giovanni Gentilone da Caserta: Promettimi che resterai a Napoli per tutta la vita. «Va bene. Ma qualche volta posso tornare in Argentina per vedere la sua famiglia?». Mario Russo da Napoli: Che ne pensi dei tifosi napoletani? «Sono molto simili a quelli argentini. L’unica differenza è che i napoletani sono molto più attenti ai nomi di tutti i giocatori, anche di quelli che non giocano». Giada De Lucia da Napoli: Ti trovi meglio con Zalayeta o Calaiò? «E con il Pampa no? C'è anche il Pampa Sosa, che in questo momento è seduto vicino a me. Comunque, non ho preferenze: la cosa più importante è adattarsi ai compagni con cui si gioca. Io mi sento molto bene e cerco di fare sempre tutto quello che viene richiesto da lui in campo». Raffaele Campanile da Cancello Arnone: Lavezzi, domenica aspettiamo un gol alla Sampdoria. «Speriamo». Raffaele Borrelli da Cercola: Prima del Napoli c'era qualche altra squadra importante che ti voleva? Quando siete rientrati da Udine, io ero all’aeroporto ad aspettarti ma dov’eri? «Sì, in Italia c’era un’offerta dell’Atalanta. Avevo poi richieste da Spagna, Russia e Ucraina. Non sono tornato a Napoli: ero rimasto al nord con Zalayeta». Francisco Braciello da Casoria: Lavezzi-Sosa, un’accoppiata fantastica. «Dovete volere più bene a Sosa che a me». Annamaria D'Urso da Vico Equense: Grazie perché la domenica della vittoria sull’Udinese era il giorno del mio compleanno. «Contento di averti fatto questo regalo». Ciro Manzone da Napoli: Sei arrivato all’inizio di luglio, come Maradona nel 1984: mi auguro che tu possa diventare grande come Diego. «È stata una combinazione, ma è bello sognare che le cose possano andare bene per me così come sono andate bene per me». Iolanda Auricchio da Napoli: Tra i tanti soprannomi che hai preferisci El Pocho o El Loco, il matto? «El Pocho perché è quello che mi hanno dato quando ero bambino». Luciano Greco da Napoli: Ho letto che punti a 20 gol, allora posso scommettere con le quotazioni ufficiali. «Magari fosse possibile farne venti o anche di più». Gianfranco Tamorelli da Napoli: Sei più felice di giocare con Calaiò o Zalayeta? «Con tutti e due mi trovo bene, ci sono anche altri attaccanti come Sosa. Non posso e non devo scegliere, ma adattarmi ai compagni con cui gioco». Marcello Russo da Napoli: Diventerai titolare in Nazionale? «Ho giocato poche partite nella Seleccion, è presto per dirlo. Il Napoli è importante anche in questo senso». Mario Borrelli da Napoli: Hai giocato con Messi nell’Argentina e ti chiedo: è più forte lui o Ronaldinho? «Come si fa a dirlo? Sono due campioni e comunque hanno caratteristiche tecniche differenti». Nicola Massa da Licola: Cosa ti piace di Napoli? Il golfo, la pizza? «Mi piace tutto, anche se non ho ancora conosciuto bene la città, tra allenamenti e trasferte». Fonte: Il Mattino

lunedì 10 settembre 2007

martedì 4 settembre 2007

Tutti pazzi per Lavezzi è già l’idolo

Dopo il 5-0 a Udine, c’è grande entusiasmo intorno al Napoli. In particolare i tifosi, ma anche gli osservatori, sono già pazzi per Lavezzi, l’argentino tutto grinta e gol."Incantati da Lavezzi fenomeno della serie A " L’argentino protagonista della cinquina a Udine fa sognare tifosi e tecnici per Napoli è già un idolo. Ieri il cellulare con il numero italiano non ha smesso di squillare nemmeno un minuto. Il nuovo re di Napoli, Ezequiel Lavezzi, subito dopo l’abbuffata di gol di Udine, s’è concesso una fuga rilassante insieme a Marcelo Zalayeta, ma per rilassarsi ha dovuto aspettare che si scaricasse la batteria del telefono. Complimenti, auguri, anche lacrime dall’altra parte dell’oceano, dove l’Argentina aspettava l’exploit del piccolo campione. Cinque anni fa tentò un provino con la Fermana, ma fu scartato. Due anni fa cercò l’avventura con il Genoa ma la società fu spedita in serie C e se ne tornò in Argentina. Il destino aveva deciso che sarebbe diventato grande solo con la maglia azzurra, quella che fu di Diego: «Ma non paragonatemi a lui, è inarrivabile...», sorride oggi Lavezzi. La leggenda vuole che a 16 anni, quando decise di smettere col pallone per fare l’elettricista, prese la scossa e si conquistò il soprannome di «pocho», fulmine; il mito racconta che quando arrivò per la prima volta in Italia, al Genoa, fu accolto con ironia «è troppo grasso, non cammina, rotola...»; gli esperti spiegavano alla vigilia della stagione che Lavezzi «è bravo, ma non vede la porta. Oggi, per prima cosa Napoli scopre che «pocho» non vuol dire «fulmine», parola di Carlos Sosa che precisa «quella parola non significa niente, è solo un soprannome: quando una ragazza chiama il suo fidanzato ”cicci”, è traducibile?». Subito dopo la città del tifo si accorge che il sovrappeso è cancellato e che il «gordo» Lavezzi non è affatto grasso e ha capacità atletiche che gli altri se le sognano; infine l’Italia del pallone si accorge che Lavezzi ha segnato quattro gol in dieci giorni e che, forse, la porta la vede... Il nuovo re di Napoli è uno che ha sudato. Sapete quanto guadagnava nel 2004 con l’Estudiantes, terza serie Argentina? Venticinque euro al mese, cento pesos. Oggi guadagna più o meno ottantamila euro al mese, ma non è cambiato, è lo stesso ragazzotto pazzo di calcio che giocava nel Coronel Aguirre di Rosario e sognava di arrivare, un giorno, nel Rosario Central, la sua squadra del cuore. Un tatuaggio con il nome della squadra argentina, Lavezzi ce l’ha sulla schiena; sparsi per il corpo ne ha altri undici (alcuni sostengono che siano quindici, lui non si sbilancia e dice di non averli mai contati): il disegno che gli piace di più è quello sull’avambraccio sinistro, c’è scritto «Thomas», il nome del figlio di due anni che non l’ha ancora raggiunto qui a Napoli e gli manca da morire. Il tatuaggio che piace di più ai tifosi è quello di una pistola. Se l’è fatta disegnare sul fianco, come quelle dei cow boy, certe volte ha finto di prenderla per mimare un colpo verso la porta avversaria. Non ha fatto finta di segnare, invece, l’anno scorso quando ha portato il San Lorenzo allo scudetto d’inverno in Argentina. Reti pesanti, e il suo allenatore Ramon Diaz non se l’è sentita più di fermarlo. Nel 2006, quando il mercato argentino si scatenò intorno al giocatore, Diaz alzò le barricate: «Chi lo vuole deve pagare venti milioni di dollari», per prenderlo dall’Estudiantes, il San Lorenzo aveva versato un milione e duecentomila dollari all’Estudiantes. Era una battuta, ma servì a chiarire le intenzioni del tecnico: «Lavezzi non si tocca». Il Napoli l’estate scorsa l’ha strappato per sei milioni di euro, e Diaz non se l’è sentita di bloccarlo. «Segnerà quindici gol in Italia», disse. Probabilmente avrà ragione. Oggi l’investimento è già lievitato: vale almeno dodici milioni. Ma il Napoli non ha nessuna intenzione di mollarlo. Ha un contratto di cinque anni: ottocentomila euro per la prima stagione e ingaggi «a crescere» per i prossimi anni, legati anche ai risultati della squadra azzurra. Quando capì che l’affare era concluso, dall’Argentina telefonò a Sosa che gli raccontò la passione della gente azzurra: «Io sono abituato al tifo caldo», disse Lavezzi. Il Pampa fu più chiaro: «Tu sei abituato al calore, qui il tifo è bollente...». Solo ieri Lavezzi ha capito cosa voleva dirgli il compagno.

lunedì 3 settembre 2007

Si confessa l’asso argentino che aveva lasciato il pallone per fare l’elettricista

Tripletta in coppa Italia contro il Pisa, un gol e due assist alla seconda di campionato: «Ma io ho ancora tanto da lavorare e devo crescere molto, moltissimo. Il giorno in cui arriverà la forma migliore è ancora lontano». Incontentabile. La dedica per il primo gol italiano è un cocktail nel quale finiscono tutti: «È per i tifosi napoletani, è per i compagni che mi hanno accolto con entusiasmo, è per la società che ha un progetto bello e ambizioso, è per la mia famiglia». La sua rete, quella del 3-0, è divisa in mille fettine da consegnare a chiunque gli ha regalato un sorriso. Ma forse la dedica più importante, Lavezzi, l'ha dimenticata nella fretta: il primo gol italiano avrebbe dovuto dedicarlo a se stesso. Pensando, magari, ai giorni difficili in cui il calcio sembrava un miraggio e lui aveva deciso di mollare. Imparò dal fratello i segreti di un mestiere sicuro, e cominciò a fare l'elettricista. Ma la passione era troppa e alla fine si ritrovava sempre con un pallone tra i piedi. L'ultimo pallone argentino è rotolato fino al titolo «clausura» 2007 che Lavezzi ha conquistato con il San Lorenzo allenato da Ramon Diaz: «È un campione, ve ne accorgerete», disse, dall'Argentina, l'allenatore al telefono a giugno. Aveva ragione. Oggi i sei milioni spesi per portarlo alla corte di Eddy Reja sembrano decisamente ben spesi. Arrivò preceduto dalla fama di uno che non sa segnare. «Bravo, per carità, ma non ha feeling con la rete - diceva chi l’aveva visto in campo - Abbiate pazienza, dovrà imparare». Gli è bastato un mese d'Italia per segnare quattro gol, tre di fila in una notte di coppa Italia e uno dopo nemmeno 160 minuti di campionato: «Volete che sia onesto?». Certo, l’onestà è una dote che solo i campioni ver sanno avere...E allora Lavezzi sorride: «Ho giocato una partita davvero eccellente. Ma non solo io, però. Tutta la squadra che ha giocato alla grande. Sinceramente sono molto contento di quel che ho fatto contro l'Udinese, vorrei riuscire a restare sempre su questi livelli». E qui torna a galla il Lavezzi modesto che pensa solo a crescere: «Dovete sapere che io scendo in campo ogni giorno, in ogni allenamento, cercando di migliorare. E sapete qual è stata la grandissima sorpresa all'inizio della mia avventura azzurra? Che tutta la squadra la pensa come me. Così andiamo avanti tutti insieme, diventiamo più bravi, migliora la squadra, cresce l'intesa». Ed è piaciuta soprattutto l'intesa con Zalayeta (con il quale l'argentino ha dialogato benissimo) che ha ricevuto tanti palloni utili da spedire in rete: «Sì, onestamente con Zalayeta mi trovo bene in campo. Ma se devo essere sincero, c’è feeling con tutta la squadra, nessuno escluso». Troppo buono, troppo onesto, Lavezzi sembra perfetto: «Non vi fidate, anche io ho i miei momenti negativi. Quelli in cui non riesco a fare nulla di buono in campo e non ho nemmeno voglia di essere gentile con i compagni, i giornalisti e i tifosi. Anche quando arriveranno quei momenti, però, voglio che la gente di Napoli sappia che io passo ogni giorno della mia vita a cercare di migliorare, di fare bene, di vincere».

E' Lavezzi, sembra Diego

Ma ieri in Friuli, dopo il 5-0 all'Udinese qualcuno si è fermato e ha guardato in alto, in cielo. Lui? Mah, forse ci siamo. Lui: Diego Armando Maradona. Troppo? I miracoli, a Napoli lo sanno, esistono. Vecchi analisti partenopei sono scesi nel passato. Mah, ricorda un po' Attila Sallustro. E questo strepitoso zero cinque emerge dal passato profondo. Era dal 1929 che il Napoli non segnava cinque gol in trasferta, in serie A. Il 1929, anno della grande depressione, del crollo di Wall Street, del gelo. Si dice ancora: non faceva così freddo dal '29. Archeologia meteorologica e calcistica. Adesso nel Napoli prima visione è arrivato un ragazzo caliente, molto caldo e divertente. Classe 1985, trequartista, seconda punta, rifinitore e pure cannoniere. Quando fa tre gol al Pisa, in coppa Italia, dice: ma io sono altruista, gioco per il gruppo. Tre gol li aveva segnati una sola volta, nella serie B argentina, con l'Estudiantes. Aveva 18 anni. ELETTRICISTA ILLUMINATO - Adesso ne ha 22 e ha già incantato il nuovo Napoli e il campionato. Qualcuno dice: illuminato, perché a 17 aveva lasciato il calcio e si era messo a fare l'aiutante elettricista con i fratelli. Poi ha ripreso a giocare e ha fatto cose da pazzi. Cioè da "loco". Con l'Estudiantes e il San Lorenzo di Ramon Diaz. E Diaz, centravanti a Napoli, Fiorentina e Inter, benedice il suo viaggio verso la sua vecchia Napoli. Lo voleva, prima di De Laurentiis, il River Plate. Offerta: cinque milioni di dollari. Ma Ramon scuote la testa: "No, per quella cifra non comprate nemmeno il suo passaporto italiano. Ivan ne vale 20". Pierpaolo Marino, che non è fesso, lo porta a 'Napule' per 5 milioni e mezzo. Di euro. Tre anni prima il Genoa (Preziosi) lo aveva presso dall'Estudiantes per un milione e mezzo. Di dollari. E poi ceduto per la stessa cifra al San Lorenzo. MAGLIA TRICOLORE - Ezequiel nasce a Villa Gobernador Galvez, provincia di Santa Fè. Comincia nel Coronel Aguirre di Rosario, una maglietta tricolore: bianca rossa e verde. Poi entra nel Boca Juniors, la squadra di Lui. Cioè Dieguito. Poi fa l'elettricista. Qualcuno racconterà: "E' diventato pazzo perché ha preso la scossa...". Poi l'Estudiantes di Baires, primera B, terza serie. Guadagna 100 pesos, 25 euro al mese, segna 16 gol. E infine il San Lorenzo e la nazionale. Entra nell'Argentina il 5 luglio, contro il Cile. Lo stesso giorno del passaggio ufficioso al Napoli. Lo stesso giorno, ventitrè anni prima, della presentazione di Diego Armando Maradona al San Paolo davanti a sessanta mila. UNDICI TATUAGGI - Un fulmine pazzo, dicono. Ma predestinato. Anzi destinato a una sola squadra. Perché Lavezzi è da Napoli, da San Paolo, da ribalta. Ieri a Udine, allo stadio Friuli, davanti al talento napoletano Quagliarella, si è divertito e ha divertito. "Tu in Italia puoi fare quindici gol", gli ha detto Ramon Diaz, maestro di gol e di napoletanità. Quattro in più dei suoi tatuaggi. Undici tatuaggi. Strani e diversi, fra cui una pistola, un clown e, sul petto, lo stemma del Rosario Central. Riferiscono da Buenos Aires: è esplosivo in campo e divertente nello spogliatoio. Ha avuto una infanzia dura e difficile ma è sempre stato allegro e vivace. Non ha dimenticato, nè dimenticherà i suoi amici di Galvez. Il fratello Diego è diventato il presidente della piccola squadra del Coronel, tutti ragazzi tirati fuori dalla strada. Come lui, strappato ad amicizie pericolose. Con Diego, e con l'aiuto del San Lorenzo, ha costruito una biblioteca. "Non dimenticherò mai la mia gente e le mie radici", dice fiero Ezequiel. Che però non ha mai avuto peli sulla lingua, perché non conosce l'arte della comunicazione. "Ho sempre detto quello e sempre lo dirò". Guarda che non si può dire tutto, lo hanno consigliato. Prima e dopo l'arrivo a Napoli. E lui: "Mah, sarà anche un difetto ma per me è una virtù". SU YOUTUBE - Corre è forte, scatta e va avanti. Fatica a fermarsi. Su YouTube, c'è un video (guardalo qui) che lo riprende mentre si lancia di testa contro un tabellone pubblicitario. Un modo tutto suo per festeggiare un gol. Prima del Cagliari, esordio con sconfitta, aveva detto: "Il campionato italiano mi intriga. Devo imparare a conoscerlo subito". Ci ha messo una settimana. L’arma segreta del «Pocho» Udine. Lo chiamano «pocho», il fulmine, ma anche «loco», il matto: Ezequiel Lavezzi è un po’ l’una e un po’ l’altra cosa, proprio come il Napoli che dilaga in trasferta contro l'Udinese dopo aver sofferto in casa contro il modesto Cagliari: «Io non sono altro che Eze Lavezzi, uno che vuol giocare a calcio, e che ha sofferto per arrivare fin qui. Il Napoli invece è una squadra che arriverà lontano». Scappa in taxi dallo stadio di Udine, mentre la gente sta ancora lasciando gli spalti. Però un pizzico di tempo per raccontare la sua emozione lo trova, e spiega che fino ad ora il popolo azzurro non ha ancora visto il meglio di Lavezzi.

domenica 2 settembre 2007

Il Napoli presenta il Lavezzi show

1°gol in campionato x il nuovo re' di napoli el pocho loco....eze lavezzi!!! Partita perfetta del giovane talento argentino e la squadra partenopea dà un'autentica lezione di calcio agli avversari!!! Solidità, concretezza e Lavezzi. Con queste tre componenti il Napoli conquista la sua prima vittoria stagionale umiliando a domicilio un’Udinese molto diversa da quella capace di bloccare l’Inter all’esordio. I friulani provano a più riprese a pungere in attacco, ma i restanti reparti danno via libera agli ospiti che, per la gioia delle migliaia di sostenitori napoletani presenti allo stadio, sfruttano a dovere le occasioni da gol create in gran parte grazie al genio dell’attaccante argentino. Lavezzi 8. "El Pocho" è imprendibile. E' ovunque, senza posizione. La sua gara è immensa entrando in tutti i gol della partita e realizzando un capolavoro con classe cristallina. Quando sembra stanco e barcolla parte e non c'è modo di fermarlo. Napoli ha il suo idolo... e pensare che c'era chi gridava al bidone. "El Pocho de Oro" Ezequiel Lavezzi al sito ufficiale del Napoli: «Davvero un giorno fantastico. E' stata una partita straordinaria, abbiamo dato spettacolo. Il merito è di tutti. Io già mi ero accorto contro il Cagliari alla prima che questa è una squadra di ottimo livello. Lì però siamo stati un po' sfortunati e poi era ancora l'inizio. Oggi invece ha funzionato tutto alla perfezione. Stiamo affinando l'ntesa e ci troviamo in campo a meraviglia. Anche i miei tagli erano studiati per bene. Poi ho anche segnato un bel gol ma l'importante era vincere e dimostrare il nostro valore. Dico ancora grazie ai miei compagni e alla società per la fiducia che mi hanno sempre dato.»